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venerdì 2 febbraio 2024

CHI ERANO LE PERSONE ATTORNO A PAOLO E AGLI ALTRI APOSTOLI? / I saluti finali delle Lettere.


Scrutiamo le lettere di Paolo per sentir risuonare il Kerigma ed essere istruiti nella Dottrina di Cristo. Magari cerchiamo anche tratti biografici riguardanti Paolo stesso. Ma queste lettere e anche quelle di altri Apostoli hanno un’altra dimensione molto preziosa. Infatti se ci fermiamo sui saluti alla fine delle lettere scopriamo tanti nomi, testimoni di vita esuberante nel nome del Vangelo, di una comunione forte tra le persone e anche tra comunità distanti geograficamente, la condivisione di esperienze eccezionali nella diffusione del Vangelo, l’affetto e anche la gratitudine di Paolo verso alcuni per servizi importanti alle comunità o a lui in prima persona. Paolo e gli altri Apostoli sono le colonne portanti, gli animatori e trascinatori. Ma senza la comunità, senza tanti altri di cui scopriamo i nomi di alcuni, avrebbero fatto molto meno.

 Leggendo il Capitolo 16 di Romani scopriamo Febe che “infatti ha protetto molti, e anche me stesso”, o Prisca e Aquila che “per salvarmi la vita hanno rischiato la loro testa” e mettono a disposizione la loro casa permettendo alla comunità di riunirsi. 

Riscopriamo così qualcosa che tendiamo a dimenticare: siamo molto contenti di avere strutture e attività varie ma la Chiesa è fatta per evangelizzare, e quindi è  un messaggio vivo nello Spirito Santo che, essenzialmente, non necessita di strutture perché crea piccole comunità che si possono radunare nella casa dell’uno o dell’altro. Questo ci riporta all’importanza fondamentale della predicazione e della Liturgia comunitaria in cui si manifesta il Signore stesso, all’importanza centrale della formazione di cristiani maturi. 

Scopriamo che molti parenti di Paolo sono cristiani e se la testimonianza di Stefano è stata sicuramente molto importante, la conversione precoce a Cristo di alcuni di questi parenti può aver giocato un ruolo importante per aprire Paolo a considerare seriamente la nuova Fede. Scopriamo Tìchico - “fratello carissimo e fedele ministro nel Signore” - che forse non conoscevamo eppure è citato 4 volte in altrettante lettere, segno di affidabilità e dedizione al Vangelo nelle varie missioni che gli richiede Paolo. Altri nel loro percorso di vita che può sembrare non lineare fanno da tramite tra Paolo e altri Apostoli e si arricchiscono dei loro insegnamenti. Chiaramente, sopra tutti, c'è Marco che, da inadatto all’inizio, persevera e diventa uno dei quattro evangelisti!

È chiaro che la vita di comunità cristiana non è esente di problemi anche gravi (vedi 3 Giovanni 1,9-10) e anche di litigi molto personali, e vanno affrontati per risanare le divisioni. Anche noi abbiamo forse le nostre Evòdia e Sìntiche e le esortiamo "ad andare d'accordo nel Signore" (Filippesi 4,2). Ma la visione globale che si ricava dalla lettura di questi saluti finali è bellissima e suscita lode e ringraziamento al Signore per averci donato una vera comunità con la quale camminare. 


Romani, capitolo 16,

1 Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è al servizio della Chiesa di Cencre: 2 accoglietela nel Signore, come si addice ai santi, e assistetela in qualunque cosa possa avere bisogno di voi; anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso.

3 Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù. Essi per salvarmi la vita hanno rischiato la loro testa, e a loro non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese del mondo pagano. 5 Salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa.

Salutate il mio amatissimo Epèneto, che è stato il primo a credere in Cristo nella provincia dell'Asia. 6 Salutate Maria, che ha faticato molto per voi.

7 Salutate Andrònico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia: sono insigni tra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me. 8 Salutate Ampliato, che mi è molto caro nel Signore. 9 Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio carissimo Stachi. 10 Salutate Apelle, che ha dato buona prova in Cristo. Salutate quelli della casa di Aristòbulo. 11 Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narciso che credono nel Signore. 12 Salutate Trifena e Trifosa, che hanno faticato per il Signore. Salutate la carissima Pèrside, che ha tanto faticato per il Signore. 13 Salutate Rufo, prescelto nel Signore, e sua madre, che è una madre anche per me. 14 Salutate Asìncrito, Flegonte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro. 15 Salutate Filòlogo e Giulia, Nereo e sua sorella e Olimpas e tutti i santi che sono con loro. 16 Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte le Chiese di Cristo.

17 Vi raccomando poi, fratelli, di guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro l'insegnamento che avete appreso: tenetevi lontani da loro. 18 Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e, con belle parole e discorsi affascinanti, ingannano il cuore dei semplici.

19 La fama della vostra obbedienza è giunta a tutti: mentre dunque mi rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male. 20 Il Dio della pace schiaccerà ben presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signore nostro Gesù sia con voi.

21 Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio, Giasone, Sosìpatro, miei parenti. 22 Anch'io, Terzo, che ho scritto la lettera, vi saluto nel Signore. 23 Vi saluta Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano Erasto, tesoriere della città, e il fratello Quarto. [ 24]



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