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sabato 3 febbraio 2024

FESTA DELLE COMUNITÀ DI FEDE E LUCE / Il Messaggio della Candelora, 2 febbraio 2024.

Meglio accendere una Luce
che maledire l'oscurità.

Il vecchio Simeone benedice Dio dicendo:  «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo 
vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza ... ». Questa Lode è talmente bella e importante che la Chiesa la riprende nella sua preghiera ufficiale ogni sera. Ma come può Simeone dire di aver visto la salvezza in un bambino di pochi giorni? Ci vorranno ancora lunghi anni affinché Gesù sia manifestato a Israele e inizi il suo movimento di liberazione.

Gesù presentato al Tempio è già una Parola, un messaggio che, se ascoltato, apre subito una Via di salvezza: è figlio di poveri, di gente comune che non conta, di persone che non hanno mezzi. Inoltre è un bambino e deve crescere. 

Questo per noi significa quello che già sappiamo ma non comprendiamo o vorremmo non accettare cercando Vie alternative: l’Incarnazione. Se Dio si incarna non è per trasformarsi poi in una specie di Hulk o Terminator dotato di superpoteri ma per ricentrarci su noi stessi, sulla la nostra condizione umana. È fragile, esposta alla precarietà e alla sofferenza, eppure è buona e va accettata, assunta con gioia. Dio mi ama così come sono, sono utile così come sono, sono Tempio di Dio così come sono. Scrive san Paolo alla Comunità di Corinto composta di molte persone di bassa condizione e anche con tanti difetti: “Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie;” (1 Corinzi 12, 22; leggi tutto il capitolo 12). Ma, come il bambino Gesù, dobbiamo crescere, in particolare spiritualmente, un passo per volta, sempre avanti e mai indietro. Ed è questo il miracolo della vita spirituale, il miracolo della croce, l'essenza della fede cristiana: ciò che sembra negativo sul piano umano, ciò che è malattia, ciò che è inevitabile declino fisico con la vecchiaia e la morte è sempre crescita, purificazione e maturazione  sul piano spirituale. 

Per questo, ieri, con la Candelora, era la festa della nostra piccola comunità di Fede e Luce il cui Motto è: “meglio accendere una Luce che maledire l’oscurità!”


Prima Lettura  Ml 3,1-4   Entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate.

Dal libro del profeta Malachìa

Così dice il Signore Dio:

«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.

Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.

Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.

Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».


Salmo Responsoriale  Dal Salmo 23  Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.

Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia.

Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria.

Chi è mai questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

 

Seconda Lettura  Eb 2,14-18  Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli.

Dalla lettera agli  Ebrei

Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.

Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.

Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.


Canto al Vangelo  Lc 2,30.32     Alleluia, alleluia. I miei occhi han visto la tua salvezza: luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele. Alleluia.

Vangelo   Lc 2,22-40 I miei occhi hanno visto la sua salvezza.

Dal vangelo secondo Luca

[ Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.

Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

preparata da te davanti a tutti i popoli:

luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele». ]

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. 


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