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sabato 8 aprile 2023

INVITO ALLA VEGLIA PASQUALE / 2023


Un invito alla Veglia di questa sera, e alla gioia di ogni Eucaristia, "cucendo" - malamente - versetti della Lettera agli Ebrei. Pian piano i cristiani cominciano ad apprezzare sempre di più la festa di Pasqua e anche la Veglia, anche se molti dicono ancora che la festa più bella è il Natale. Mentre Natale è un Mistero che 
sembra più accessibile, più comprensibile (una vita nuova, bella, vitale, si lancia verso il futuro, il futuro di una persona unica ma sempre un futuro terreno), Pasqua presuppone la morte, una morte ingiusta e dolorosa, e la Risurrezione si tocca solo nella fede, non è più nella logica terrena. Noi siamo nella morsa della morte e cerchiamo di esorcizzarla rimuovendola dai nostri pensieri. Chi non ha incontrato Cristo risorto non può comprendere la Pasqua. Eppure la morte, più o meno lontana, è sempre presente nella vita di tutti i giorni. Anche chi non crede alla Risurrezione ha  bisogno  di una Vita che vinca la morte, di un Amore che oltrepassi ogni ostacolo, per de-alienare la sua vita. Buona Pasqua a tutti!

Ebrei 12, 18  Fratelli, voi infatti non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, 19 né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola. ... 21 Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo. 22 Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all'adunanza festosa 23 e all'assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, 24 a Gesù, mediatore dell'alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele.

28 Perciò noi, che possediamo un regno incrollabile, conserviamo questa grazia, mediante la quale rendiamo culto in maniera gradita a Dio con riverenza e timore; 29 perché il nostro Dio è un fuoco divorante.

13, 13 Usciamo dunque verso di lui (Gesù)  fuori dell'accampamento, portando il suo disonore: 14 non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura. 15 Per mezzo di lui dunque offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.


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