Pasqua in Ucraina, 2023. |
Celebriamo la Pasqua, la vittoria di Gesù di Nazareth sul potere così diffuso e inquinante dello spirito del male e sulla morte di cui egli deteneva il potere, rendendo l’umanità schiava in tutti i sensi, ma in particolare dentro, convincendola della ineluttabilità del male, della eternità del male, della necessità di entrare in complicità col male se si vuole raggiungere un qualsiasi bene!
La vittoria di Gesù sul male invece è totale e definitiva. Ma questo non significa che oggi il male non esiste più nel mondo, e, che non esiste più, profondamente, nello spirito e nel cuore dell’uomo e delle istituzioni. E Gesù, guidando i suoi discepoli a pensare ed agire secondo il Regno di Dio è stato il primo a tener conto realisticamente del male anche in loro, di aver pazienza e speranza nei loro confronti. Essere realista e paziente non è essere complice.
Ma è necessario dire la verità. Non si può chiamare bene ciò che è distorsione del bene. È ciò che ci ricorda con dolore Mons. Shevchuk. La condanna a 360 gradi della guerra e delle sue conseguenze per le persone da parte di Papa Francesco si deve incarnare in un popolo, quello ucraino, aggredito e martoriato. Tante volte Papa Francesco, ha sottolineato la distinzione tra riconciliazione e compromesso, in particolare parlando di crisi e guerra civile in America Latina. Al compromesso si arriva in tanti modi, alla riconciliazione solo se si aprono veramente i cuori e si giunge a voler chiedere perdono e a volerlo dare. Dico volere perché in questi casi così gravi, si può giungere al perdono tramite un processo lungo, perché impegnativo emotivamente e moralmente. Così la pace che tranquillizza i pacifisti da divano non può schiacciare le vittime della violenza. Leggiamo quello che ha detto Mons. Shevchuk: Il Sismografo: Ucraina"Oggi stiamo assistendo alla profanazione del concetto stesso di pace" — S.B. Sviatoslav Shevchuk nella 60a settimana di guerra su vasta scala
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