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mercoledì 5 aprile 2023

ANCORA GIUDA... CERCHIAMO DI COMPRENDERE BENE. / Mercoledì della Settimana Santa.


Ancora Giuda.... Anche oggi il Vangelo ci propone il momento drammatico dell’ultima Cena. Infatti tutti tremano. È il momento della verità. Gesù non chiede ai suoi di accompagnarlo nel combattimento contro i nemici, e ancor meno sulla croce (“per adesso non potete seguirmi”). Eppure soltanto la scelta che fa per sé stesso di fare la volontà del Padre mette a nudo i cuori dei discepoli: “uno di voi (quelli che mai e poi mai dovrebbero farlo) mi tradirà”. Mentre la narrazione di Giovanni sembra mettere in luce la curiosità-volontà di scoprire il colpevole, magari per una successiva epurazione (“Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava”.Gv 13,24), la narrazione di Matteo mostra ognuno dei discepoli turbato perché legge nel proprio cuore ambiguità e fragilità «Sono forse io, Signore?». Ognuno di noi può diventare il traditore. Nessuno è confermato in grazia. Non a caso i santi raccomandano sempre: “fiducia in Dio, diffidenza verso sé stessi”. Ma chi si appoggia con umiltà alla Misericordia di Dio non deve temere, anzi, deve rallegrarsi perché il Signore è fedele e ha vinto il male e la morte. Gesù rassicura i discepoli, ed egli aiuta ancora Giuda dicendogli la verità. È stato notato da molti che, di recente, il Cardinale Piacenza ha ricordato che il sacerdote non deve nascondere al peccatore la gravità del suo peccato. Altrimenti non sarebbe vera misericordia. Su questo dobbiamo ritornare perché si tratta di accompagnare le persone senza scoraggiarle nella loro debolezza. Tutti devono sentirsi accolti. Per usare un’immagine semplice il dovere di verità del sacerdote è simile a quello del medico verso i suoi pazienti. 

Al post di ieri ci sono state varie reazioni: 

“Con quello che ha fatto Giuda sta sicuramente all’inferno!” Quanto mi addolora chi sentenzia dove la Chiesa si è sempre astenuta di sentenziare, sapendo distinguere tra "foro interno" e "foro esterno"! Lasciamo il giudizio a Dio. E ricordiamoci che "con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi". 

“Gesù dice a Giuda: “Quello  che devi fare, fallo presto”, dandogli in qualche modo un ordine. Serve un traditore, quindi Giuda non merita l’inferno”. Onestamente non so perché la Traduzione CEI del 1974 traduceva in questo modo: quello che devi fare.... San Girolamo che segue letteralmente il testo greco dice: "Quod facis fac citius”, “Quello che fai, fallo presto”. È quindi molto migliore la traduzione nuova del 2008 che dice: "Quello che vuoi fare, fallo presto". 

“Gesù ha chiesto perdono per i suoi crocifissori, quindi anche Giuda è stato perdonato!" Non è così semplice. Il peccato di Giuda è premeditato, è gravissimo, merita l’inferno. Ma, questo non esclude che la grazia vinca le sue resistenze e che sia stato perdonato. Però se Gesù ha ottenuto il perdono di tutti i peccati, non ci salva senza di noi, senza che riconosciamo il nostro peccato e che ce ne pentiamo.


Prima Lettura   Is 50, 4-9a Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. (Terzo canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaìa

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.

È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?


Salmo Responsoriale   Dal Salmo 68  O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.

Per te io sopporto l’insulto e la vergogna mi copre la faccia; sono diventato un estraneo ai miei fratelli, uno straniero per i figli di mia madre. Perché mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.

Mi sento venir meno. Mi aspettavo compassione, ma invano, consolatori, ma non ne ho trovati. Mi hanno messo veleno nel cibo e quando avevo sete mi hanno dato aceto.

Loderò il nome di Dio con un canto, lo magnificherò con un ringraziamento, Vedano i poveri e si rallegrino; voi che cercate Dio, fatevi coraggio, perché il Signore ascolta i miseri e non disprezza i suoi che sono  prigionieri. 


Canto al Vangelo   Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio! Salve, nostro Re, obbediente al Padre: sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello. Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo   Mt 26, 14-25  Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.

Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».


1 commento:

  1. Grazie Signore per quello che fai per tutti,anche per il Caino ,il Totò Riina,il Giuda e tanti ancora che sono in me!
    TI SEI DONATO PER TUTTI! Senza se e senza ma.
    Non fai terrorismo,sei SIGNORE che dà,dona,inonda tutto gratis.

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