“Durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita»”
Il tempo di Pasqua è il più propizio per comprendere cosa è il Vangelo, la Buona Notizia e l’Evangelizzazione.
“Hai La Bibbia, almeno un Vangelo a casa?”, “leggi il Vangelo?”, sono domande che facciamo alle persone perché comprendano l'importanza della Parola di Dio. Ma come molte parole del vocabolario cristiano nel nostro uso quotidiano sono sfasate dal loro senso originale. Diamo qualche esempio: “chiesa” che dovrebbe essere “luogo dove si riunisce abitualmente la chiesa” o ancora “tempio della chiesa”; “defunto” che viene inteso come morto, scomparso, e invece indica la vittoria e la ricompensa nella vera vita del fedele di Cristo; per non parlare degli orribili “sepolcri” pasquali che sono invece il luogo della reposizione del Sacramento di Cristo vivo, ecc. In genere l’uso quotidiano del popolo battezzato fa scadere il senso pieno dei termini cristiani, e molte volte giunge a rovesciarne il senso. Questo è un problema proprio per far passare il messaggio di Cristo: usiamo la parola giusta ma la gente comprende altro.
Comunque la verità è che quando chiedi ai battezzati praticanti qual è il contenuto del Vangelo o della Buona Notizia (che è una buona espressione italiana per rendere il senso originale del greco euanghelion storpiato dall’uso fino a diventare Evangelo o Vangelo) trovi molta esitazione, anche imbarazzo.
Le reazioni ai post di ieri e ieri l’altro sono significativi: molti vivono la loro vita spirituale in una prospettiva religiosa che non è cristiana. Quello che è il fondamento e la ragione di essere cristiani gli sfugge. Il loro schema religioso fondamentalmente è quello musulmano. E cioè: credi in Dio, nel Dio unico e misericordioso e obbedisci ai suoi comandamenti. Siccome Dio è giusto, il musulmano tipo deve essere ‘aqil, cioè capace di volere e intendere, e fermo nel suo impegno, e i precetti misurati su ciò che riesce a fare con le proprie forze. Dio non può essere come quello dei cristiani che hanno travisato il suo volere inventandosi precetti bellissimi in teoria, romantici, ma che nessuno mette in pratica, come l’amore dei nemici in particolare. Molti battezzati sono di questo parere: ritengono che il Vangelo non è praticabile ai nostri giorni. Mi disse un giorno una catechista di parrocchia che dai quindici anni fino almeno ai cinquanta non si può essere cristiani. Il Cristianesimo quindi si ridurrebbe appunto a una favoletta per bambini ma non a una vita piena e matura.
Innanzitutto il Cristianesimo è la Buona Notizia di ciò che Dio fa per me, in Gesù Cristo che mi chiama per nome e mi invita a seguirlo con fiducia in un cammino di vita, di crescita, di maturazione.
Vale la pena vedere con attenzione cosa significa caso per caso il termine Vangelo nel Nuovo Testamento. Lo troviamo 91 volte, 14 volte nei quattro Vangeli e 77 negli Atti e negli Scritti degli Apostoli. Esamineremo queste citazioni in un prossimo post: (La Gioia del Vangelo: IL CONTENUTO DELLA PAROLA VANGELO 02 / COSA DICE LA SCRITTURA? )
Prima Lettura At 5, 17-26 Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, si levò il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducèi, pieni di gelosia, e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica.
Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita». Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare.
Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio, cioè tutto il senato dei figli d’Israele; mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione. Ma gli inservienti, giunti sul posto, non li trovarono nel carcere e tornarono a riferire: «Abbiamo trovato la prigione scrupolosamente sbarrata e le guardie che stavano davanti alle porte, ma, quando abbiamo aperto, non vi abbiamo trovato nessuno».
Udite queste parole, il comandante delle guardie del tempio e i capi dei sacerdoti si domandavano perplessi a loro riguardo che cosa fosse successo. In quel momento arrivò un tale a riferire loro: «Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo».
Allora il comandante uscì con gli inservienti e li condusse via, ma senza violenza, per timore di essere lapidati dal popolo.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 33 Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera. Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia.
Canto al Vangelo Gv 3,16 Alleluia, alleluia. Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Alleluia.
Vangelo Gv 3, 16-21 Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
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