San Marco annunciò il Vangelo della Pace.
Oggi è la festa di san Marco, festa della liberazione in Italia. Più di uno mi fa ancora domande e osservazioni sulla guerra e in particolare sulla quella in corso della Russia contro l’Ucraina che indicano che sono necessarie risposte conformi all'insegnamento del Vangelo.
Tra le osservazioni ascoltate c'è per esempio: “dovevano fermare la guerra!” - “benissimo, dimmi come!” - …. (risposta muta).
O ancora: “ma è giusto perché uno mi fa la guerra, uccidere un altro cristiano?”. Ascolteremo la risposta del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC).
“Che si difendano, d’accordo, ma non vedo giusto dare loro delle armi, noi che non c'entriamo nulla”. “L’Italia ha ripudiato la guerra. In forza della Costituzione, noi non dobbiamo fare nulla”.
“Ma se gli ucraini sono cristiani, perché non porgono l’altra guancia?”
Innanzitutto facciamo un esempio di buon senso: vedi un bambino, una donna, un uomo solo, aggredito col coltello da chi è più forte, più grosso, da un branco… Non intervieni? Non neutralizzi l’avversario se puoi, non gridi, non chiami soccorsi e lasci massacrare, uccidere quella persona indifesa? Ovviamente no. Nel caso in cui ti giri dall’altra parte commetteresti un peccato gravissimo davanti a Dio e un reato per il Diritto italiano che si chiama: "omissione di soccorso a persona in pericolo”.
Ma, se quel bambino, quella donna, quell’uomo solo, ha offeso il suo aggressore con le parole? Ecco che entra in gioco un altro principio di buon senso: la proporzionalità della difesa o della riparazione. È auspicabile che l’offeso sappia calmare il gioco, non rendere male per male ma vincere il male con il bene. Ma in ogni caso non può passare alla vendetta, non può creare all’altro un danno maggiore di quello ricevuto. Sarebbe un peccato grave, una grave ingiustizia, una degenerazione: “Lamec disse alle mogli: … Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette". (Genesi 4,23-24). L'aggressione fisica, la soppressione della vita altrui rappresenta la degenerazione contro la quale è lecito difendersi anche per chi ha dei torti in precedenza.
Quando sento dire: “basta che gli altri Stati si mettano d’accordo per fermare la guerra. Non inviare armi, ma usare la diplomazia. Basta che …” in genere rispondo: “hai ragione, mettiamoci tutti d’accordo e facciamo scomparire subito la camorra dal nostro quartiere. Come mai non ci abbiamo pensato prima?”... Normalmente chi parla con me comprende che le cose non sono così semplici.
Cosa dice il CCC?
Parlando del V Comandamento: “Non uccidere”, il CCC insegna come affrontare il problema della guerra, nei paragrafi 2302 e seguenti.
-L’ira omicida, la vendetta e l’odio sono sempre immorali. "Ma è lodevole imporre una riparazione al fine di correggere i vizi e di conservare il bene della giustizia”. Si tratta allora, come dicono i cappellani militari ucraini di aiutare a trasformare l’ira naturale in solo coraggio di difendere. (§§ 2302-2303)
-Chi dice di voler la pace (come pretende la Russia) non può attaccare un altro popolo, in particolare non può attaccare i civili, i loro beni, “la libera comunicazione tra gli esseri umani”, deve vivere “il rispetto della dignità delle persone e dei popoli, l'assidua pratica della fratellanza” (§ 2304)
-Chi inizia la guerra è sempre dalla parte del torto. “Il quinto comandamento proibisce la distruzione volontaria della vita umana. A causa dei mali e delle ingiustizie che ogni guerra provoca, la Chiesa con insistenza esorta tutti a pregare e ad operare perché la bontà divina ci liberi dall'antica schiavitù della guerra”. (§ 2307)
-Però “Fintantoché esisterà il pericolo della guerra e non ci sarà un'autorità internazionale competente, munita di forze efficaci, una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa”. (§ 2308)
-Purtroppo l’invasione su larga scala dell’Ucraina giustifica una guerra difensiva da parte del Governo e del popolo ucraino (§2309), anche se “La Chiesa e la ragione umana dichiarano la permanente validità della legge morale durante i conflitti armati. Né per il fatto che una guerra è ormai disgraziatamente scoppiata, diventa per questo lecita ogni cosa tra le parti in conflitto” (§ 2312). In particolare “Si devono rispettare e trattare con umanità i non-combattenti, i soldati feriti e i prigionieri. Le azioni manifestamente contrarie al diritto delle genti e ai suoi principi universali, non diversamente dalle disposizioni che le impongono, sono crimini. Non basta un`obbedienza cieca a scusare coloro che vi si sottomettono. CosÞ lo sterminio di un popolo, di una nazione o di una minoranza etnica deve essere condannato come peccato mortale. Si è moralmente in obbligo di far resistenza agli ordini che comandano un genocidio” (§ 2013). “Ogni atto di guerra che indiscriminatamente mira alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e con fermezza e senza esitazione deve essere condannato”.... (§ 2314).
-Ma “I pubblici poteri, in questo caso (di aggressione bellica contro la nazione e il popolo), hanno il diritto e il dovere di imporre ai cittadini gli obblighi necessari alla difesa nazionale. Coloro che si dedicano al servizio della patria nella vita militare sono servitori della sicurezza e della libertà dei popoli. Se rettamente adempiono il loro dovere, concorrono veramente al bene comune della nazione e al mantenimento della pace”. (§ 2310).
Se la difesa proporzionata è legittima, bisogna avere il coraggio della pace, lavorare per eliminare la corsa agli armamenti, tutte le ingiustizie e squilibri che diventano alla lunga cause di conflitti e di guerre. “L`uccisione di un essere umano è gravemente contraria alla dignità della persona e alla santità del Creatore” e deve essere l’ultima possibilità rimasta per difendere la vita di altre persone. (§ 2320) Infatti “La proibizione dell`omicidio non abroga il diritto di togliere, ad un ingiusto aggressore, la possibilità di nuocere. La legittima difesa è un dovere grave per chi ha la responsabilità della vita altrui o del bene comune”. (§ 2321).
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