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giovedì 13 aprile 2023

IL CONTENUTO DELLA PAROLA VANGELO 02 / COSA DICE LA SCRITTURA?

Perché credendo, abbiate vita nel suo nome!

Cominciamo a comprendere ( La Gioia del Vangelo: SAI QUAL È IL CONTENUTO DEL VANGELO? 01 / Mercoledì dell'Ottava di Pasqua.) che il Vangelo non è un libro, una cosa da imparare a scuola, ma una Buona Notizia , l’unica che conti davvero e cambia la vita, una Notizia talmente piena che si è fatta anche libro, che diventa anche catechismo, ma è fondamentalmente una Notizia che si ascolta con le orecchie e col cuore. Il Cristianesimo è fondamentalmente una Buona Notizia!, una Parola che, resa viva dallo Spirito Santo, corre e cresce, riempie l’Universo passando da persona a persona, da cuore di evangelizzatore che ha fatto esperienza a cuore che crede, da cuore di mamma e papà credente a cuore di figlio, …

Però cosa ci dice di più preciso la Scrittura sulla parola “Vangelo”, come viene usata questa parola, a quali altre parole o situazioni viene associata? 


Questa parola si trova solo nel Nuovo Testamento. Nella Bibbia italiana c'è anche l’espressione “Buona Notizia” che è l’equivalente di “Vangelo”. “Buona Notizia” appare solo una volta nell'Antico Testamento e solo 4 volte nel Nuovo
 (Luca 4,43; 7,22; 8,1; 9,6). Ci saranno sicuramente anche altre espressioni equivalenti. Ma già esaminare l’uso della parola “Vangelo”, anche velocemente, è sufficiente per noi. 

La parola “Vangelo” si trova 91 volte nel Nuovo Testamento. 

Nei quattro Vangeli si trova 14 volte, innanzitutto sotto la forma “vangelo del Regno” o “vangelo del Regno di Dio”, “vangelo di Dio”, (Matteo 4, 23; 9, 35; 24,14; Marco 1,15). Le altre volte è solo “il Vangelo”, annunciato ai poveri, al popolo, per il quale vale la pena lasciare tutto, persino perdere la propria vita, deve essere annunciato a tutte le nazioni, a tutte le creature, nel mondo intero. Qual è il senso di “Vangelo” mentre Gesù vive ancora e non è risorto? Vangelo significa Buona Notizia. Buona Notizia di che? Che Dio sta per iniziare un’opera, cambiare la vita, renderla felice, specialmente per i poveri e i feriti della vita, senza però escludere nessuno che si disponga ad accogliere il Regno di Pace e Sicurezza, Abbondanza, che Dio onnipotente sta per stabilire sulla terra, adesso, nella nostra generazione. Questa Notizia è quindi LA Buona Notizia, l’UNICA veramente Buona, quella che vale tutto il resto,  è IL Vangelo. 

C'è anche l’espressione particolare al primo versetto di Marco: “Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio” (Marco 1,1). Gesù stesso è insieme colui che annuncia la BUONA NOTIZIA e colui che è lui stesso LA BUONA NOTIZIA. Dove c'è Gesù c'è il Regno di Dio.

Ma Gesù trattiene i suoi discepoli dal raccontare alcune esperienze prima che sia risorto dai morti, perché la Buona Notizia prima della Risurrezione non è completa. Cosa comporta la Buona Notizia completa? innanzitutto una CATTIVISSIMA NOTIZIA agli occhi dei discepoli che hanno seguito Gesù e li ha destabilizzati profondamente: il suo arresto come un malfattore, la sua tortura e condanna sotto Ponzio Pilato che non ha potuto o voluto pagare il prezzo politico e umano della sua liberazione e quindi la sua orribile crocifissione, la sua morte e sepoltura. Ma ecco che questa cattivissima Notizia non è la fine! C'è una NOTIZIA, altrettanto scioccante, ma BUONISSIMA, perché è sceso agli inferi, e risorto dai morti il terzo giorno, secondo le parole dei profeti che finora non si erano capite, è salito al cielo e siede alla destra di Dio onnipotente, costituito Signore e Giudice dei vivi e dei morti, e in lui la morte ha perso il suo potere, ha effuso il suo Spirito che fa rialzare l’Umanità, costituisce una comunione nuova che è la Chiesa, ed egli si manifesta nei Segni che pone la Chiesa in comunione con lui, in particolare la “frazione del pane”

Ecco allora che la CATTIVISSIMA NOTIZIA si rivela essere non solo voluta da Dio ma, proprio perché voluta da Dio, anch'essa una BUONISSIMA NOTIZIA, già predetta dai profeti antichi, perché permette di guardare in faccia senza paura TUTTA LA VITA. Noi inciampiamo nella Croce ma la Buona Notizia comporta Morte e Risurrezione. Se cade la Croce e la Morte, non ha senso la Risurrezione, se cade la risurrezione, la croce e la morte sono solo una terrificante sciagura. Il Cristianesimo senza croce è una ONG disse Papa Francesco fin dal primo giorno, ma anche senza la risurrezione vana è la speranza dei cristiani che diventano un gruppo filantropico e dicono gli stupidi che “le mani che operano sono più sante delle mani che pregano”. 

Ecco allora che il Vangelo, la Buona Notizia è completa, e deve essere annunciata a tutti perché coloro che il Signore chiama possano entrare in questa nuova fase della Storia. 

Troviamo quindi la parola “Vangelo”  77 volte nel resto del Nuovo Testamento. 

Negli Atti degli Apostoli, la sostanza del Vangelo appare molte volte con i discorsi di Annuncio pubblico o “Kerygma” con Pietro il giorno di Pentecoste, poi principalmente gli annunci di Paolo, ma anche di Filippo, ecc.. La parola “Vangelo” invece appare 5 volte, da sola o come “vangelo del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo” (Filippo in Atti 8,12) o “vangelo della grazia di Dio” (Paolo in Atti 20,24).

In Romani la parola Vangelo appare 11 volte come “vangelo di Dio”, “vangelo del Figlio suo” (annunciare il Vangelo per Paolo è un atto di culto a Dio! Rm 1,9, un sacro ministero! Rm 15,16), Vangelo di cui non ci si vergogna perché “è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede”. Il Vangelo comporta il giudizio degli uomini da parte di Dio e l’obbedienza di essi: il Vangelo è dovuto a tutti ma non è innocuo, esige una presa di posizione come già profetizzò Gesù contro Korazin e Cafarnao. È un fuoco che si sparge partendo da Gerusalemme, è il fondamento di tutto l’edificio perché porta Cristo, pietra angolare, ma i credenti hanno bisogno di essere confermati in esso per non deviare, decadere.

In Corinzi, l’annuncio della Buona Notizia è più importante dei sacramenti, ne è il fondamento e deve essere fatto “brutalmente”, nello Spirito Santo, per non annacquare la croce di Cristo (1Cor 1,17). Guardiamo le nostre parrocchie e chiediamoci se davvero la Sacramentalizzazione è secondaria e l’annuncio del Vangelo e la conversione sono primari, stanno alla base di ogni attività, di ogni gruppo parrocchiale, se chi frequenta la parrocchia è stato prima “generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo” (1 Cor 4,15). Spesso a questa domanda si oppone un’enorme bugia che va contro tutta la Scrittura e contro il Magistero della Chiesa: “ma la fede è qualcosa di interiore, nessuno può giudicare se uno ha la fede o non ce l’ha!”.  L’apostolo si rende conto che la sua testimonianza aiuta oppure ostacola l’accoglienza del Vangelo  e che è per lui “una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!” per cui la sua ricompensa è “annunciare gratuitamente il Vangelo” (cf. 1 Cor 9, 12.14.18) ma non tutti lo capiscono. Dice Paolo: “Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch'io”. (1 Corinzi 9, 23). Il Vangelo va proclamato più e più volte perché la sua logica non è della mentalità del mondo e ci sfugge continuamente, mentre bisogna “restare saldi nel Vangelo” (Vedi 1 Cor 15,1). C'è però la tentazione di ascoltare qualcosa di più consono alla mentalità naturale, di più piacevole, meno esigente (2 Corinzi 11, 4). Il Vangelo “rimane velato, (per) coloro che si perdono”, gli “increduli, (cui) il dio di questo mondo ha accecato la mente, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo, che è immagine di Dio”. (Cf. 2 Corinzi 4, 3-4). Essere stati mandati ad annunciare il Vangelo dona autorità in Cristo (2 Corinzi 10, 14).

La lettera ai Galati esprime tutto il dramma di una comunità che dopo aver accolto l'annuncio del Vangelo e visto Dio operare in mezzo ad essa, si lasciano turbare da altri predicatori e passano ad un “altro vangelo” che sotto apparenze “spirituali” sovvertono la Buona Notizia, la svuotano. Dice san Paolo: “Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema!”. La cosa tragica ai nostri giorni è che questo grido del cuore di Paolo viene usato proprio da coloro che lottano contro il Concilio e il Magistero della Chiesa e di Papa Francesco, in particolare per difendere le loro tradizioni umane, rispettabili e promosse dalla Chiesa nei secoli passati ma che non corrispondono alla sostanza del Vangelo, sono passeggere. È veramente il demonio che lotta contro il cammino della Chiesa facendo credere a chi non conosce la Scrittura di essere più cattolico e più fedele a Cristo di chi segue la Scrittura e sta in comunione con la Chiesa. Infatti seguono un Vangelo modellato sull’uomo, mentre Paolo afferma: “Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano”. (Gàlati 1, 11). Ed egli spiega che ha ricercato e ricevuto l’approvazione degli Apostoli esponendo loro il contenuto e il metodo del suo annuncio. C'è una lotta nella Chiesa di allora e di oggi affinché “la verità del Vangelo continuasse a rimanere salda tra voi” (Gàlati 2, 5).

Credere alla Buona Notizia permette di ricevere gratuitamente il dono dello Spirito (Efesini 1, 13) offerto a tutti gli uomini, a tutti i popoli (Efesini 3, 6). La vita del cristiano è una lotta, un combattimento attivo che esige di rivestire un'armatura spirituale. Nell’armatura che ci protegge dal nemico è fondamentale lo zelo per “propagare il vangelo della pace” (Efesini 6, 15) ed esige il dono della “franchezza”

La lettera ai Filippesi ricorda che tutti sono chiamati a cooperare a questa diffusione. Anche le prove servono a far progredire il Vangelo, la sua difesa e conferma. Aver accolto il Vangelo che rende Figli di Dio esige un comportamento degno del Vangelo, in particolare che come comunità “state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del Vangelo”. I nomi di chi ha “combattuto per il Vangelo insieme” a Paolo, “sono nel libro della vita”. La Comunità aiuta economicamente Paolo e gli altri missionari che hanno votato la loro vita al Vangelo. La Parola di verità del Vangelo dona diritto a “la speranza che vi attende nei cieli” a condizione che “restiate fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del Vangelo che avete ascoltato” (Col 1,).

Le lettere ai Tessalonicesi evidenziano ancora che la Buona Notizia del Vangelo si diffonde per mezzo dello Spirito Santo che è il primo e principale attore dell’Evangelizzazione attraverso una “profonda convinzione” dell’apostolo, duro lavoro e fatica, il suo "coraggio di annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte", "non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori", provando amore per le persone che ascoltano fino al sacrificio della propria vita. I fedeli hanno bisogno di essere confermati ed esortati nella fede. Chi rifiuta di obbedire a Dio che annuncia la salvezza ne porterà le conseguenze, chi apre il cuore entrerà “in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo”.

A Timoteo Paolo parla del "vangelo della gloria del beato Dio". Questo annuncio gli è stato affidato. È essenziale non vergognarsi di dare testimonianza ed è normale soffrire per il Vangelo. Infatti Gesù “ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'incorruttibilità per mezzo del Vangelo”. Il Signore è vicino e dona forza per poter “portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero”. Paolo ricorda ancora - anche a Filemone - che è “in catene per il Vangelo” (ma "la Parola non è incatenata").

L’autore della Lettera agli Ebrei si  lamenta che ad alcuni “la parola udita non giovò affatto, perché non sono rimasti uniti a quelli che avevano ascoltato con fede”  “Poiché dunque risulta che alcuni entrano in quel riposo e quelli che per primi ricevettero il Vangelo non vi entrarono a causa della loro disobbedienza”. La nostra generazione è privilegiata. Molti hanno servito Dio con fedeltà in passato senza poter godere della grazia del Vangelo! Quanto più duro sarà il giudizio per chi rifiuta il Vangelo! che deve essere annunciato "a tutti gli abitanti della terra (d'Israele) e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo". (Apocalisse 14, 6).

Spero che questo sorvolo della parola "Vangelo" nella Scrittura sia utile per chi legge. 

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