"Faccio appello, perciò, alla docilità, allo zelo e alla creatività dei pastori della Chiesa e dei loro collaboratori, per rendere più efficace questa vitale e irrinunciabile opera di formazione, di annuncio e di accompagnamento delle famiglie, che lo Spirito Santo ci chiede di realizzare in questo momento". (Papa Francesco)
Perciò, per dare concretezza a questa urgente
necessità, « ho raccomandato di attuare un vero catecumenato dei futuri
nubendi, che includa tutte le tappe del cammino sacramentale: i tempi della
preparazione al matrimonio, della sua celebrazione e degli anni immediatamente
successivi » (Discorso ai partecipanti al corso sul processo
matrimoniale, 25 febbraio 2017). È quello che si propone di fare il Documento
che qui presento e di cui sono grato. Esso si articola secondo le tre fasi: la
preparazione al matrimonio (remota, prossima e immediata); la celebrazione
delle nozze; l’accompagnamento dei primi anni di vita coniugale. Come vedrete,
si tratta di percorrere un importante tratto di strada insieme alle coppie nel
cammino della loro vita, anche dopo le nozze, soprattutto quando potranno
attraversare crisi e momenti di scoraggiamento. Così cercheremo di essere
fedeli alla Chiesa, che è madre, maestra e compagna di viaggio, sempre al
nostro fianco.
È mio vivo desiderio che a questo primo
Documento ne segua quanto prima un altro, nel quale vengano indicati concrete
modalità pastorali e possibili itinerari di accompagnamento specificamente
dedicati a quelle coppie che hanno sperimentato il fallimento del loro
matrimonio 10 e che vivono in una nuova unione o sono risposate
civilmente. La Chiesa, infatti, vuole essere vicina a queste coppie e
percorrere anche con loro la via caritatis (cfr. Amoris laetitia,
306), così che non si sentano abbandonate e possano trovare nelle comunità
luoghi accessibili e fraterni di accoglienza, di aiuto al discernimento e di
partecipazione.
Questo primo Documento che viene ora offerto è un dono ed è un compito. Un dono, perché mette a disposizione di tutti un materiale abbondante e stimolante, frutto di riflessione e di esperienze pastorali già messe in atto in varie diocesi/eparchie del mondo. Ed è anche un compito, perché non si tratta di “formule magiche” che funzionino automaticamente. È un vestito che va “cucito su misura” per le persone che lo indosseranno. Si tratta, infatti, di orientamenti che chiedono di essere recepiti, adattati e messi in pratica nelle concrete situazioni sociali, culturali ed ecclesiali nelle quali ogni Chiesa particolare si trova a vivere. Faccio appello, perciò, alla docilità, allo zelo e alla creatività dei pastori della Chiesa e dei loro collaboratori, per rendere più efficace questa vitale e irrinunciabile opera di formazione, di annuncio e di accompagnamento delle famiglie, che lo Spirito Santo ci chiede di realizzare in questo momento.
« Non mi sono mai tirato indietro da ciò che
poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi » (At 20,20).
Invito tutti coloro che lavorano nella pastorale famigliare a fare proprie
queste parole dell’apostolo Paolo e a non scoraggiarsi di fronte a un compito
che può sembrare difficile, impegnativo o addirittura al di sopra delle proprie
possibilità. Coraggio! Cominciamo a fare i primi passi! Diamo inizio a processi
di rinnovamento pastorale! Mettiamo la mente e il cuore a servizio delle
future famiglie, e vi assicuro che il Signore ci sosterrà, ci darà sapienza e
forza, farà crescere in tutti noi l’entusiasmo e soprattutto ci farà
sperimentare la « dolce e confortante gioia di evangelizzare » (Evangelii
gaudium, 9), mentre annunciamo alle nuove generazioni il Vangelo della
famiglia.13
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