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martedì 6 aprile 2021

ESISTE IL PURGATORIO?

 


Qualcuno fa fatica ad accettare o rifiuta l'idea del purgatorio. C'è il purgatorio?

La nostra sorte finale è il paradiso o l’inferno, la vita in pienezza o l’assurdità totale, accettando o rifiutando la salvezza che il Signore ci offre. Come diceva un mio professore alla facoltà di Teologia: “leggendo la Scrittura appare molto chiaro che come c'è il paradiso eterno c'è anche l’inferno, anch’esso eterno. Io faccio fatica a comprendere come un essere umano possa andare per tutta l’eternità all’inferno ma devo sottomettermi alla Scrittura. Quello che è certo è che io, all’inferno, non ci voglio andare!” Sagge parole.

Ma il purgatorio? La Chiesa insegna con fermezza che il paradiso ha un’anticamera per coloro che, pur accettando la grazia della salvezza, concludendo la loro vita terrena non sono ancora pronti a vivere la condizione dei beati. Propongo un’immagine forse banale, ma che a me sembra chiara. Fumare la sigaretta, l’hascisc, il tè arrotolato nella carta di giornale come i miei pazienti all’ospedale psichiatrico (!), o qualsiasi altra cosa del genere, è nocivo, fa male alla salute, procura molte malattie anche mortali. Quindi in paradiso non si fuma. Chi fuma e vuole continuare a fumare, non se ne importa che faccia male, non vuole cambiare, questo "va all’inferno", muore per la sua scelta di fumare. Chi si libera dal fumo, vive meglio per sempre: "va in paradiso". Chi invece comprende che fumare fa male ma è ancora dipendente, non riesce a liberarsene, dove va? Sarebbe a disagio, non riuscirebbe a vivere in un ambiente dove è esclusa la possibilità di fumare, deve essere sostenuto da una terapia per liberarsi da questo vizio, da questa dipendenza. Questo è il purgatorio. Dopo, entrerà in paradiso. Ogni attaccamento alla propria volontà, a qualche vizio, mi impedisce di vivere la carità piena, la fiducia totale in Dio che è la legge unica del paradiso. Dio non rigetta nessuno dei suoi figli che lo invoca sinceramente e gli offre un percorso di purificazione, di rafforzamento, di  liberazione, prima di entrare in paradiso.

Va bene l’immagine, la logica della salvezza, va bene la Chiesa, ma il purgatorio si trova nella Bibbia? Questo è il problema per molti, che non si menzioni esplicitamente il purgatorio nella Bibbia. Per chi crede alla Chiesa ("Chi ascolta voi ascolta me!") e scopre il buon senso assoluto dell’esistenza del purgatorio, questa assenza di riferimento esplicito nella Bibbia non è un ostacolo insormontabile. Ma la Bibbia non parla proprio del purgatorio?

Guardiamo due passi: innanzitutto Matteo 12,32: “A chi parlerà contro il Figlio dell’Uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo, né in quello futuro”. San Gregorio Magno citava questo versetto deducendo che certe colpe possono essere rimesse anche nel secolo futuro. Infatti la pratica della preghiera per i morti in vista della giustificazione nella risurrezione futura è molto antica e ne troviamo un’affermazione molto chiara in 2 Maccabei 12,46. Alcuni degli israeliti morti in combattimento, cioè esponendo la loro vita per Dio e la sua Alleanza, sono trovati però con addosso anche degli amuleti (mai usare amuleti o i talismani, nemmeno usare i sacramentali della Chiesa: l’acqua, il ramo di ulivo, le medaglie, ecc. in modo magico o superstizioso! Fratelli e sorelle, preti o evangelizzatori/trici, educhiamo le persone al senso di fede dei simboli cristiani!). Di fronte a questa non fedeltà totale all’Alleanza, la Scrittura giudica che questi combattenti non sono condannati, sono solo ancora impreparati per il giorno della risurrezione. E quindi si può aiutarli con delle preghiere e delle offerte al tempio. Se si offrono sacrifici di purificazione per il popolo, per i parenti mentre sono in vita, la Chiesa crede che ne ha il potere riguarda ai defunti (vedi sulla stessa linea anche 1 Cor 5,29).

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