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lunedì 26 aprile 2021

TUTTI COLORO CHE SONO VENUTI PRIMA DI ME SONO LADRI E BRIGANTI / Lunedì IV sett. Pasqua

 


“Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti”

Gesù  sembra chiudersi ad ogni apertura e in modo anche violento. Con chi se la prende? Certamente i profeti non sono ladri e briganti ma amici dello Sposo. Per la Bibbia di Gerusalemme, Gesù parla dei farisei. Ieri come oggi, chi vuole appropriarsi del Regno di Dio è un ladro e un brigante, uccide. Chi vuole la Chiesa come una fortezza, chi la vuole schierare nello "Scontro di Civiltà", uccide il Vangelo. Il brano degli Atti invece presenta un abbattere i muri di separazione in modo impressionante. I due testi però hanno un punto comune: solo Gesù Cristo salva. Egli è l’unica porta attraverso la quale si entra nel recinto delle pecore, che però, godranno allora di una grande libertà: chi sarà salvato “entrerà e uscirà e troverà pascolo. … ; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.

Questo è il punto fermo: Gesù è l’unico Salvatore! Come gestire però l’apertura senza derive? L’ecumenismo e il dialogo interreligioso non sono forse pericolosi, per non parlare della fratellanza umana universale?

Per i cristiani l’Unico Salvatore è Gesù perché ha amato soltanto, donando la sua vita fino alla fine, sulla croce, rivelando così la sua Natura divina. Nella risurrezione egli effonde su di noi la vita che vince la morte. Come? Attraverso la fede in lui, Salvatore e Signore. Dio può donare la fede a chiunque, di ogni popolo e lingua. E quindi i salvati esprimono l’unica fede nella lingua e nella cultura loro proprie. Questo è chiaro fin dall’inizio del Cristianesimo e le più antiche liturgie ci mostrano un’unità è totale sul Mistero Pasquale, mentre le lingue, i testi, i canti, sono propri di ogni popolo. Invece, in epoche in cui si credeva nella supremazia di una cultura sulle altre, si è cercato di imporre a tutti la stessa lingua (il latino e il greco). Non è questo uno degli aspetti migliori della Storia della Chiesa. Non si deve mai confondere l'unica fede, con le tante culture nella quale si esprime. “Respirare a due polmoni (Oriente e Occidente)” è essenziale per la Chiesa diceva Giovanni Paolo II e fa tanto bene a un cristiano di conoscere questa ricchezza e relativizzare i propri modi di vivere la fede.

Ci sono poi anche i vari gradi nella fede. Chi ha conosciuto la verità nella Chiesa sa che "fuori dalla Chiesa non c'è salvezza". Ma non significa che chi è fuori non ha dei doni di grazia. Già sant’Agostino che con la sua comunità subiva gli attacchi dei cristiani donatisti riconosceva che era valido il loro battesimo e che erano fratelli in Cristo e li invitava a tornare a una piena comunione. A maggior ragione chi nasce oggi in una comunità cristiana non cattolica può essere salvato. Il movimento ecumenico è, seguendo il desiderio di Gesù, pregare e operare per giungere alla piena unità di fede dei cristiani, senza cancellare le differenze culturali create dalla Storia o dall’appartenenza a popoli diversi.

Il Cammino della fratellanza umana universale non è rinnegare la fede in Gesù Cristo ma è applicare il Vangelo che proclama beati gli operatori di pace. Questo movimento è diventato oggi indispensabile a causa della globalizzazione della vita umana e delle sfide da affrontare oggi sulla Terra.

 

Prima Lettura  At 11, 1-18
Dio ha concesso anche ai pagani che si convertano perché abbiano la vita.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».
Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: «Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. Sentii anche una voce che mi diceva: “Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!”. Io dissi: “Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca”. Nuovamente la voce dal cielo riprese: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano”. Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. Ed ecco, in quell’istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell’uomo. Egli ci raccontò come avesse visto l’angelo presentarsi in casa sua e dirgli: “Manda qualcuno a Giaffa e fa’ venire Simone, detto Pietro; egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia”. Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: “Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo”. Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».
All’udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!». 

Salmo Responsoriale
   Dai Salmi  41 e 42
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.

Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio. 

Canto al Vangelo 
   Gv 10,14
Alleluia, alleluia.

Io sono il buon pastore, dice il Signore;
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Alleluia.

Vangelo 
*  Gv 10, 1-10
Io sono la porta delle pecore.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». 

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