Come deve esprimersi un cristiano?
Quando non sapevo ancora nulla, volendo essere sincero pensavo che essere burbero fosse una virtù. Fin quando un prete mi disse che il cristiano ha un tratto amabile. Anche se sono cambiato pochissimo, grazie a Dio almeno la mia visione della vita è cambiata.
È molto chiaro che tutti noi abbiamo nel cuore delle ferite, delle pulsioni o passioni negative, spesso un guazzabuglio. Don Andrea Santoro, missionario mite ucciso nel 2006 in Turchia, che ha ancora un seguito molto grande a Roma e oltre, diceva di sé: “sono un diavolo che si sforza di fare il santo”. San Francesco confessava: “ se il peggiore criminale d’Italia avesse ricevuto la metà delle grazie che ho ricevuto io, sarebbe santo il doppio di me”. Serafino di Sarov la cui vita era un miracolo continuo diceva di sé “il miserabile Serafino". Tutti i santi e anche i mistici autentici delle altre religioni mettono in pratica questa parola di san Paolo: “Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ognuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso” (Filippesi 2, 3). Questa stima deve estendersi a chi non fa parte del proprio gruppo o religione: “Che dunque? Dobbiamo noi ritenerci superiori? Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che Giudei e Greci, tutti, sono sotto il dominio del peccato”. (Romani 3, 9). Il dovere di dire la verità non deve generare un sentimento di superiorità: “Noi preghiamo Dio che non facciate alcun male, e non per apparire noi superiori nella prova, ma perché voi facciate il bene e noi restiamo come senza prova” (2 Corinzi 13, 7). Non significa che non ci sia differenza tra bene e male ma, contro gli empi persino “gli angeli, a loro superiori per forza e potenza, non portano contro di essi alcun giudizio offensivo davanti al Signore” (2 Pietro 2, 11).
Ecco: siamo diavoli ma abbiamo conosciuto Cristo che ci ha amati mentre eravamo ancora nemici (Romani 5, 10) e adesso ci accompagna nel cammino della santificazione. La nostra missione di annunciare e testimoniare Cristo deve avere il primo posto su ogni altra preoccupazione in questo mondo così orfano di amore.
E la prima cosa è di tenere a freno la lingua (e il ditino sulla tastiera). Infatti: “Non sparlate gli uni degli altri, fratelli. Chi sparla del fratello o giudica il fratello, parla contro la legge e giudica la legge. E se tu giudichi la legge non sei più uno che osserva la legge, ma uno che la giudica. Ora, uno solo è legislatore e giudice, Colui che può salvare e rovinare; ma chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo?” (Giacomo 4,11-12). San Giacomo ritorna a lungo su questo tema: “Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana”. (Giacomo 1, 26). Egli sviluppa poi questo discorso nel capitolo 3, segno che ci sono stati problemi al riguardo fin dall’inizio nelle comunità cristiane. La Chiesa è piena di peccatori (e il primo sono io dice san Paolo) proprio perché deve salvare tutti, ma lo fa portando i suoi membri sulla strada tracciata da Cristo, “poichè anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia” (Gc 5, 21 - 23).
“Deposta dunque ogni malizia … , le gelosie e ogni maldicenza, come bambini appena nati bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza: se davvero avete già gustato come è buono il Signore. … E` una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente; che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati”. (Gc 5, 1-2.19-21).
Troppo spesso persone che si dicono cristiane o sono conosciute come frequentatori di parrocchie pubblicano sui Social sfoghi o sentenze. I Social hanno un inconveniente enorme: ciò che metti viene lanciato al vento e tale rimane senza che tu possa più controllarlo né sapere chi lo leggerà. E così semini zizzania tu che dovresti seminare speranza, luce, misericordia. Mi chiedo come mai non hai qualcuno in carne e ossa con cui parlare. Eppure alcuni hanno una comunità con la quale confrontarsi. Vedo, oltre forse a poca riflessione sulla propria responsabilità davanti a Dio e agli altri, anche molta solitudine. Non posso pensare che un cristiano praticante desideri seminare negatività. Se vuoi esprimere un tuo sfogo, se trovi sul web una frase nella quale ti rispecchi, rifletti prima di fare copia-incolla-diffondi: porta un messaggio cristiano? positivo? è vero questo giudizio, sono abbastanza competente per parlare di questo tema? Un mio confratello di felice memoria era stato prigioniero degli inglesi in Libia durante la seconda Guerra Mondiale e diceva: “all’epoca odiavo gli inglesi, adesso, beh, ho incontrato Cristo”. Lasciava intendere che ne aveva ancora un ricordo negativo ma lo vedeva nella luce di Cristo. Se non siamo del tutto guariti, noi cristiani non possiamo essere come gli altri e dobbiamo restare saldi nell’annunciare la speranza. Non è ipocrisia, ma fede e verità, generosità e amore. Frena la lingua, frena il ditino sulla tastiera!
Chissà se la strada per essere santi inizia proprio dal riconoscersi molto lontani dalla santità.
RispondiEliminaSan Pio descritto come persona dal carattere burbero ,ma sicuramente aggiungo tanto buono appunto un santo.
L'unico Santo è Dio, è Gesù Cristo. Tutto parte da lì, accogliendolo, aprendo le nostre porte a lui, alla guarigione che egli offre. Se in una stanza buia c'è polvere e marciume e si aprono poco a poco le persiane, man mano che entra la luce tutto prende vita ma si vede anche la polvere, il disordine e il marciume che prima non si vedevano. Se rifiuti di vederlo, devi rifiutare la luce, la grazia. Non puoi diventare santo. Buona giornata
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