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domenica 20 ottobre 2024

GESÙ "SIMPATIZZA" CON LE NOSTRE DEBOLEZZE / XXIX DOM T.O., B, 2024.



Siamo qui riuniti nel nome del Signore, presente realmente in mezzo a noi. Quell’uomo conosciuto durante la sua vita terrena da testimoni, è diventato il Mediatore, l’unico che ci permette di essere in comunione con Dio, il Vivente da sempre e il Creatore, l’Immortale che ci dona l’immortalità. Non cercare altrove, non lasciarti turbare, mantieni ferma la tua professione di fede. 

Perché Gesù è il Mediatore e l’unica figura che possa farci credere di essere salvi? Perché abbiamo tante prove della sua risurrezione, perché chi ha creduto pienamente in lui e ci ha annunciato la fede ha avuto una vita straordinaria. Ma anche perché ha abbracciato totalmente la nostra condizione umana. “Ciò che il Verbo non avesse assunto non potrebbe essere salvato” diceva un Padre della Chiesa. Ma questo va aldilà di un dato teologico: egli prende parte alle nostre debolezze,  “simpatizza” con esse. “Sinpathos” ci fa pensare a simpatia, ma il senso esatto è quello latino “Cumpatire”, patire con, compatire. È vero, la simpatia, quel modo diretto e semplice di entrare in contatto con gli altri, magari sollevando il loro morale, rende anche il senso profondo di cum patire, prendere parte  alle sofferenze degli altri appunto. È una grande visione di vicinanza che benché crediamo al Mistero dell’Incarnazione, tante volte non riusciamo a capacitarci di quanto sia reale e costante, attraversi tutta la nostra biologia e psicologia, i nostri sentimenti, amichevole e misericordiosa. Certo Gesù non ha peccato, ma caricandosi delle nostre debolezze, si è caricato anche delle conseguenze dei nostri peccati, dell’angoscia di essere rigettato da Dio, dannato. Gesù grida all’ultimo momento, quando gli rimangono pochi istanti da vivere: “mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato!”  Gesù sa ciò che c'è nel tuo cuore. 

Ecco allora l’invito ad accostarci al trono di Dio che è anche ormai quello del Figlio dell’Uomo, con piena fiducia nel giudizio che riceveremo (“parresìa” libertà di dire tutto, franchezza, fiducia nel giudizio), come un bambino va verso la madre e il padre e sa che non sarà rigettato. Infatti troveremo misericordia e grazia, sicuri di essere aiutati al momento opportuno.  


Prima Lettura  Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza.

Dal libro del profeta Isaìa Is 53,10-11 

Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità. Parola di Dio. 


Salmo Responsoriale  Dal Sal 32 (33)  R. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera. Egli ama la giustizia e il diritto; dell'amore del Signore è piena la terra. R.

Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame. R.

L'anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo. R.


Seconda Lettura   Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.

Dalla lettera agli Ebrei  Eb 4,14-16

 Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.

Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.  Parola di Dio.


Acclamazione al Vangelo   Alleluia, alleluia. Il Figlio dell'uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti. (Mc 10,45) Alleluia.

Vangelo  Il Figlio dell'uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.

Dal Vangelo secondo Marco  Mc 10,35-45

 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».

Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».  Parola del Signore.


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