Dal prendere coscienza del nostro dovere di annunciare il Vangelo, di annunciare la visione positiva di Dio più che i nostri mal di pancia, passiamo all’andare un po' più profondo sia nel guardarci dentro che nelle raccomandazioni della Scrittura.
Sulla trave che è in noi mentre gli altri hanno solo la pagliuzza, Romani dice:
"Sei dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose. ... Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio? O ti prendi gioco della ricchezza … della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: …. Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco; gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco, perché presso Dio non c`è parzialità. … Ora, se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio, e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della sapienza e della verità... ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? … Infatti il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani, come sta scritto. … ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito e non nella lettera; la sua gloria non viene dagli uomini ma da Dio". (Rom 2,1.3-6.9-11.17-21.24.29).
Chi critica gli altri gratuitamente senza riconoscere la propria trave non ha lo Spirito Santo. Ora “Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. ... Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c`è legge. Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri”. (Galati 5,16 -17.19 - 26).
Tra queste opere della carne ci sono quasi certamente peccati che non commetti. Ma sei del tutto esente da inimicizia, discordia, gelosia, dissenso, divisioni…? Ora "Ciò che esce dall`uomo, questo sì contamina l`uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l`uomo". (Marco 7, 20 - 23).
Notiamo che si parla delle opere della carne (l'egoismo) mentre si parla del frutto dello Spirito. Perché un plurale e poi un singolare? Perché le opere della carne dipendono dal carattere che è diverso da una persona all’altra. Ci sono persone egoiste che però sono calorose o generose nel rapporto con gli altri (gli amici, chiaramente). Per esempio alcuni leader sono molto irosi e anche vendicativi, ma protettivi verso chi chiede loro aiuto. Tutti abbiamo una “comfort zone” come si dice oggi in cui eccelliamo mentre siamo riluttanti nel dover servire in altri campi. Con gli sforzi si consolidano e si ampliano gli aspetti positivi del nostro carattere, mentre diminuisce la riluttanza nelle situazioni scomode. Però se si riesce ad arginare il vizio, nessuno riesce a liberarsi totalmente dal dipendere della “comfortzone”: chi l’ira, chi la pigrizia, chi la vanità, chi la lussuria, chi il legalismo, chi la paura, chi la fuga delle responsabilità, ecc. Purtroppo la maggior parte delle persone, anche quando arginano il vizio, tendono a giustificarlo: sono fatto così, è giusto così, sono gli altri che mi obbligano a… Sorrido ancora pensando a un parroco e il suo successore nei rapporti con i parroci vicini. Li chiameremo parroco A e B, e i parroci vicini C e D. Il parroco A era litigato con C e giustificava l’atteggiamento di D. Il suo successore B, invece, apprezzava C e non sopportava D! Chi però si abbandona al proprio egoismo tende ad accumulare i vizi, passare dalla soddisfazione di ciò che per lui è essenziale a voler gustare altre esperienze negative delle quali non aveva bisogno all’inizio, entrando in una spirale autodistruttiva.
San Paolo però parla del frutto dello Spirito al singolare anche se lo descrive con nove nomi: pace, amore, ecc… Come mai? La Sapienza di Dio viene dall’alto, è completa, e vuole essere accolta interamente. Lo Spirito crea una vita nuova dentro il credente. L’inabitazione dello Spirito in noi ci fa creatura nuova, le cose vecchie sono passate. Chi si abbandona interamente a Dio è totalmente mosso dall’Amore dice san Giovanni della Croce. Per questo san Francesco dice che se uno ha una virtù le ha tutte, ma se gliene manca una sola non ne ha nessuna. Il dramma è che il demonio chiama questa vita divina che viene dall’alto “morte” e per paura della morte rimaniamo suoi schiavi.
Gesù parla di calunnia in Marco 7. Dobbiamo approfondire questo argomento in un altro post perché la calunnia è un peccato è molto grave e insieme insidioso.
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