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venerdì 24 maggio 2024

AVERE O ENTRARE?: GESÙ ROVESCIA LE NOSTRE PROSPETTIVE. / 24 maggio 2024.

"Se uno nasce da acqua e da Spirito,
 non può entrare nel Regno di Dio..."

Matteo e Marco raccontano di uno che chiede a Gesù cosa deve fare per AVERE la vita eterna. Gesù spiega che è difficile per un ricco ENTRARE nel regno dei cieli. (Matteo 19,16-26; Marco 10,17-27). L’uomo vuole AVERE, non solo beni materiali ma anche beni spirituali, compresa la Vita eterna che è una porzione del Regno di Dio, il Signore offre invece di mettersi in cammino per ENTRARE nel Regno di Dio. È un cambiamento non da poco come prospettiva! AVERE beni spirituali è una strada faticosa che alla fine non conduce da nessuna parte. Il disegno di san Giovanni della Croce sulla salita del Monte Carmelo è molto chiaro. 

Anche un Dottore della Legge e un notabile malgrado il vocabolario più adeguato - hanno studiato - hanno la stessa posizione di fondo: "Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?". Vogliono possedere. Gesù rispondendo gli parla non di possesso della Vita ma di esperienza della Vita: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai". (Luca 10,25-28 e Luca 18, 18-27).

Nei Vangeli Gesù insiste molto su questo concetto di entrare: si entra nella vita (Matteo 18, 8-9; Marco 9,43-47), per la porta stretta (Luca 13, 24), nella conoscenza (Luca 11, 52), nella nube dell’esperienza di Dio (Luca 9, 34), si entra nel Regno di Dio attraverso il battesimo di acqua e Spirito (Giovanni 3,4-5), il figlio maggiore non vuole entrare nella casa del Padre (Luca 15,28),  

La vita stessa di Gesù è un cammino che gli permette di entrare nella sua gloria. Dice ai discepoli di Emmaus: “Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". (Luca 24, 26). 

Ed è così per i discepoli: Barnaba e Paolo ritornano nelle comunità che hanno fondato “confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede "perché - dicevano - dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni". (Atti degli Apostoli 14, 22). La lettera agli Ebrei, come la parabola delle dieci vergini (Matteo 25,1-13) accenna ad una porta che si chiuderà, a un tempo favorevole per entrare nel riposo di Dio, ossia nel santuario (Ebrei 4,1.11.19). Apocalisse invita ad entrare nella città santa (Apocalisse 22,14).

"Avere" significa che, anche a costo di molta attività e sacrifici, voglio arricchirmi spiritualmente, accumulare con il mio io al centro. Avere è statico. "Entrare" indica un movimento, un alzarsi da protagonisti ma non più con l'io al centro, e la condizione che pone Gesù per questo cammino è di lasciare, spogliarsi. Comunque il cammino stesso significa che lascio il posto prima occupato per entrare in ciò che non conosco ancora. "Se vuoi stare dove non sai, devi passare per dove non sai. Se vuoi stare dove non sei, devi passare per dove non sei" (San Giovanni della Croce). 

Molti cristiani sono statici. "Hanno fede" ma non camminano, non "vivono di fede". "Avere fede" li rassicura ma non si spogliano di sé per camminare dietro a Gesù. Credono in Gesù ma non al punto di lasciarsi guidare da lui, fargli fiducia per ogni aspetto della loro vita. Ora la vita stessa è un cammino che comunque ci modifica e ci porta alla morte. Chi non lascia il Signore trasformarla in risurrezione morirà certamente senza sapere perché è vissuto.




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