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giovedì 2 maggio 2024

IL MIO (E NOSTRO) DEBITO PERSONALE VERSO GIOVANNI PAOLO II / Visita del Cardinale Dziwisz alla Casa della Gioia, 30 aprile 2024.

Il Cardinale Dziwisz nella cappella
 della Casa della Gioia.

Martedì mattina 30 aprile, abbiamo avuto la visita fuori programma - ma poi risultata non tanto breve - del Cardinale Dziwisz, 85 anni appena compiuti, storico segretario personale di Karol Wojtyla fino alla sua morte, poi suo successore nella Sede di Cracovia. È stato semplice e affettuoso dando con semplicità testimonianza di Giovanni Paolo II per la grande gioia di un’Assemblea piuttosto numerosa, soprattutto tenendo conto del giorno lavorativo e dell’orario, e molto fervorosa. Tutti abbiamo un grande debito verso Giovanni Paolo II, personale oppure attraverso la Chiesa. In particolare le nuove generazioni della parrocchia con don Luigi che ricorda il suo primo incontro con Giovanni Paolo II assieme ai giovani allo Stadio san Paolo, e tutte le GMG alle quali ha partecipato. A questa visita a Napoli anch’io 
ero presente, tornato apposta da Roma per l’Eucaristia in Piazza Plebiscito. Anche don Giovanni ha la sua storia con Giovanni Paolo II e la parrocchia gli sarà grata per sempre, per la Statua monumentale del Papa polacco in piazza e per il suo camice personale. Questo camice è un dono dello stesso Dziwisz tramite Mons. Pennacchio, Nunzio in Polonia, maranese, amico di don Giovanni fin dalla scuola. Sono quindi tanti legami che rendono ancora più prezioso questo incontro di martedì scorso. 

Per me Giovanni Paolo II è stato un segno fin dalla sua elezione come Papa.

Vivevamo allora sotto la “cappa” della guerra fredda. Avevo poi l’impressione che la Chiesa fosse in qualche modo insignificante, schiacciata dall’ideologia marxista o almeno materialista socialista. L’elezione di un Papa da dietro la cortina di ferro mi rivelò una Chiesa dotata di una libertà insospettata e capace di incidere nella Storia. Fu un grande segnale per la mia ricerca di fede. Poi ci fu il primo viaggio in Polonia di Giovanni Paolo II al quale partecipai con amici. Potemmo toccare con mano alcuni aspetti dell’oppressione in cui vivevano questi popoli: obbligo di comprare una quantità minima di zloty per avere il visto, controlli polizieschi durante il viaggio in  Germania dell’Est e in Cecoslovacchia: orari di percorrenza, persone presenti in macchina, ecc. Stessa cosa in Polonia. Ma poi ci fu la fede dei polacchi: un milione di cattolici che pregavano sulla piazza del Santuario della Vergine Nera di Częstochowa. Non avrei nemmeno potuto immaginarlo possibile. I ragazzi che ci dicevano: “questa sera siamo liberi, la polizia non può farci nulla”. A Nova Huta il Papa lanciò l’espressione “Nuova Evangelizzazione” che occupò tutto il mio orizzonte pastorale di frate. 

In convento Giovanni Paolo fu il mio formatore supremo con il suo Magistero. Leggevamo i suoi documenti ma anche tutti i suoi discorsi in cui citava sempre il Concilio. Il Concilio Vaticano II: Papa Giovanni Paolo II affermò a molte riprese che fu la più grande grazia spirituale ricevuta dalla Chiesa nel XX secolo. Considerava un dono speciale della Madonna aver potuto partecipare a tutte le sessioni. Confessava di aver fatto in quell’Assise la sintesi della sua fede! Per permettere alla gente di assimilare la Dottrina del Concilio, convocò un Sinodo diocesano che durò sette anni, fino alla sua elezione a Papa. Il testo base di questo Sinodo fu un libro che scrisse lui stesso nel 1972 : “Alle fonti del Rinnovamento”, dove riprende tema dopo tema tutta la ricchezza dei Documenti del Concilio.La Gioia del Vangelo: UN INCOERCIBILE IMPULSO ALL'IMPEGNO PER L'ATTUAZIONE DEL CONCILIO VATICANO II / Papa Giovanni Paolo II ).  27 anni da Papa che hanno accompagnato 25 anni della mia vita di frate, con tutte le innumerevoli vicende, dall’attentato in Piazza san Pietro (ero novizio) all’incontro di Assisi, al crollo del muro di Berlino e la riunificazione dell’Europa, al Giubileo del 2000…. Il suo Totus Tuus! Spinsi i miei confratelli ad andare alla GMG a Santiago di Compostella. Alla successiva, corsero con entusiasmo. 

Il Cardinale Dziwisz ricordò la folla innumerevole al suo funerale. Mi sembrò normale andare a Roma qualche giorno prima per omaggiare la salma anche se questo significò dormire su una brandina e passare una giornata intera per percorrere pochi chilometri fino alla Basilica di San Pietro e passare veloce accanto al catafalco. Tanta era la gratitudine verso quell’Uomo “venuto da un paese lontano". L'indomani mattina, dopo una seconda notte breve e scomoda tornammo a Napoli. Notammo che ci alzammo molto stanchi ma senza ribellione, avvolti dallo spirito di pace e di obbedienza di Giovanni Paolo II. 


1 commento:

  1. Martedì c'ero anch'io x l' Inizio della Prima pietra a Villaricca dove ha celebrato l' ex Segretario Polacco di sua Santità Giovanni Paolo II.
    Buona Giornata

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