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sabato 15 marzo 2025

ABRAMO, PIETRO, LA SALVEZZA È INNANZITUTTO UN'ESPERIENZA / II Dom di Quar., C, 2025



Quando Dio si avvicina un torpore cade su Abramo, pieno di terrore e grande oscurità. Giacobbe al guado dello Iabbok  vive una notte di angoscia, assalito da un uomo che lo colpisce alla sciatica. Ma Giacobbe si aggrappa con tutte le forze per essere da lui benedetto. Quando incontra il Signore risorto, Paolo cade a terra e diventa cieco. Così anche gli Apostoli sul monte sono oppressi dal sonno durante la trasfigurazione e "all'entrare nella nube ebbero paura". Persino Maria è molto turbata quando è visitata dall’angelo Gabriele. 

La risposta del Signore è sempre: “non temere”, e di affidare una missione, assieme alla forza necessaria per compierla. Ma comprendiamo che assieme alle consolazioni (“Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne,...”) e alle grazie che fanno nobile la vita, l’incontro con Dio è una prova che scava dentro l’uomo. 

Inoltre l’iniziativa è sempre di Dio anche quando l’uomo con la sua attività si predispone a questo incontro. È Dio che si rivela, è lui che guida la vita dei suoi eletti. La rivelazione di Dio non è un spiegazione teorica ma un’esperienza, un suo passaggio nella vita degli uomini e dei popoli per salvarli. Siamo stati troppo abituati a cercare di comprendere, ad imparare la risposta giusta del catechismo invece di vivere con Dio e di ascoltarlo, di lasciarci guidare da lui. Il voler dare la risposta giusta, commentare la Parola non è forse spesso un'incapacità ad incontrare Dio, un fuggire da questo incontro? Ma così il Cristianesimo è sterile, non salva!

La Storia della Salvezza, con Gesù in particolare, è un’esperienza fatta di eventi e parole. Solo dopo, l’uomo elabora come dottrina questa esperienza. È il caso del Concilio di Nicea del 325 di 1700 anni fa. Paragonando il Credo degli Apostoli a quello Niceno Costantinopolitano che usiamo ogni domenica vediamo come l’arricchimento tra una formula e l’altra rende sicure verità di fede che allargano la nostra coscienza di essere amati da Dio e aprono orizzonti nuovi alla vita cristiana. La Dottrina è importante. Però proprio il IV secolo viene a coronare tre secoli di una Chiesa testimone fino al martirio di sangue, che viveva unita al suo Signore. Meno concetti ma non meno luce e grazia! Santa Teresa d'Avila dice che ci sono tre livelli di grazia non sempre tutti presenti insieme: il primo è che Dio mi faccia una grazia, il secondo è che io possa comprenderla, il terzo è che io possa parlarne, esprimerla. Papa Francesco dice che la realtà è sempre più grande dell'idea.


Dal libro della Gènesi  Gn 15,5-12.17-18 

 In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.

E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».

Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.

Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.

Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:

«Alla tua discendenza  io do questa terra, dal fiume d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate».  Parola di Dio.


Salmo Responsoriale 26 (27)  R. Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura? R.

 Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco. R.

 Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. R.

  Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. R.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési Fil 3,17-4,1

Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.

La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.

Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!  Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo  Lode e onore a te, Signore Gesù! Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre: «Questi è il mio Figlio, l'amato: ascoltatelo!». (Cf. Mc 9,7) Lode e onore a te, Signore Gesù!

Dal Vangelo secondo Luca  Lc 9,28b-36

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.

Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.

Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.

Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.

Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».

Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.  Parola del Signore.


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