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lunedì 31 marzo 2025

DIO HA DAVVERO REALIZZATO LE SUE PROMESSE DI PACE? / Lunedì IV sett. di Quaresima, 2025.



Nella prima lettura, attraverso il profeta Isaia, Dio promette pace e prosperità. Che senso hanno queste promesse e come reagiamo? 

Ci sono due gruppi tra coloro che non vedranno mai realizzate queste promesse, perché fondamentalmente cercano la pace come la da il mondo, vogliono una pace esterna, la tranquillità, vogliono vedere "segni e prodigi" senza convertirsi.

Il primo gruppo è formato da quelli che “non pregano”. Sono scettici perché, dopo tanto tempo, non si vede la pace nel mondo. I cristiani proclamano che il Messia è venuto e ha instaurato il Regno di Dio sulla Terra ma non è vero. Concludono che quelle promesse sono false. Altri pensano che il Messia sia l’uomo stesso, personalità carismatiche oppure il popolo (eletto) stesso. Tutto dipende quindi dall’uomo e dal suo impegno e non da Dio. Dicono: se tutti saranno buoni, sinceri, dediti al bene, tutto andrà bene. Certamente! Ma non succede mai. 

Poi ci sono quelli che “pregano”. Alcuni sfruttano la credulità popolare: “oggi il Signore (la Madonna) ha scelto di visitarti. Scrivi Amen. Scomparirà da te ogni maledizione e malanno”. Sono solo truffatori, eppure molte persone si lasciano ingannare. E c'è chi prega, prega, e prega ancora, aspettandosi che il Signore faccia il miracolo della Pace senza alzare un dito. Sono degli illusi.

Certamente la preghiera è fondamentale. La Pace è dono di Dio: è lui che crea “nuovi cieli e terra nuova”. Ma bisogna preparare le sue vie per accoglierlo con i suoi doni. Ma soprattutto, con l’Incarnazione e la Risurrezione, siamo membra del suo Corpo, siamo il Cristo totale che continua la sua missione nella nostra generazione. Quindi è vero che : “Senza di me non potete far nulla”. (Giovanni 15,5) ma anche insieme: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch`io mando voi". (Giovanni 20, 21).

Ma senza una fede matura, senza conoscere Cristo, la sua parola, i suoi sentimenti, come potrò agire in suo nome? Negli USA, Massimo Fagioli, storico e teologo, dice che Trump predica un Vangelo falso della vendetta e del disprezzo. E si meraviglia come molti leader religiosi siano acquiescenti di fronte alla sua politica, per non parlare del popolo che non sa nulla del Vangelo (Faggioli: "Trump es el predicador de un evangelio falso de venganza y desprecio"). Non “basta che si preghi!”. Il Vangelo non è qualsiasi cosa. Per sostituire Giuda, gli apostoli chiedono a Dio di scegliere tra Mattia e Giuseppe Giusto. Ma i due candidati sono stati selezionati con un criterio insieme semplice e rigoroso: tutt'e due conoscono molto bene Gesù! Lo hanno seguito “per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi” dal battesimo di Giovanni al Giordano fino all’Ascensione! (Atti 1,21-22). Come posso predicare il Vangelo, voler guidare un gruppo cristiano se non conosco Gesù e la Scrittura o la interpreto a modo mio? 

La Pace e la Giustizia esistono perché Gesù è venuto ed è presente nel mondo. Questa Pace non è come la dà il mondo. Chi è in Cristo la sperimenta. Dove c'è Cristo risorto trionfa la vita : "tuo figlio vive".


Prima Lettura  Non si udranno più voci di pianto e grida di angoscia.

Dal libro del profeta Isaìa  Is 65,17-21

 Così dice il Signore:

«Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare, poiché creo Gerusalemme per la gioia, e il suo popolo per il gaudio.

Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo. Non si udranno più in essa voci di pianto, grida di angoscia.

Non ci sarà più un bimbo che viva solo pochi giorni, né un vecchio che dei suoi giorni non giunga alla pienezza, poiché il più giovane morirà a cento anni e chi non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto.

Fabbricheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto».


Salmo Responsoriale  Dal Sal 29 (30)  R.Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. R.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera è ospite il pianto e al mattino la gioia. R. 

Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto! Hai mutato il mio lamento in danza, Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. R.


Acclamazione al Vangelo  Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio! Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e il Signore sarà con voi. (Cf. Am 5,14) Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo Va', tuo figlio vive.

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 4,43-54

 In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.

Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.

Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.

Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.

Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.


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