San Paolo parla delle relazioni quotidiane: tutto deve
essere fatto nel timore di Cristo, cioè ricordandomi che ero perso e sono stato
amato nel mio peccato , salvato da una dannazione sicura, e che la mia vita appartiene
ormai all’amore. Come Cristo è stato obbediente e si è comportato da
servo, da ultimo, dobbiamo essere sottomessi gli uni agli altri.
San Paolo inizia il suo esame delle relazioni partendo dal
matrimonio. L’amore non si misura dai sentimenti o dalle emozioni ma dai fatti:
morire per lei quando hai voglia di fare tutt’altro, essere rispettosa di lui anche
quando “non se lo merita affatto, anzi!” In questo campo sembra che siamo sempre soltanto all'inizio. Come diceva un marito alla moglie che
tentava di seguire le indicazioni di Paolo e consigliava alle amiche di
fare altrettanto: “quando me la presenti questa meravigliosa donna sottomessa al marito?” Il
combattimento contro se stessi è duro, ma alla lunga, anche se imperfetto, l’impegno
lascia il segno.
Però ecco, san Paolo non può fare solo lo psicologo
matrimoniale. Non può non parlare di Cristo. E dice una cosa bomba: come l’uomo
e la donna diventano una carne sola, Cristo e la Chiesa sono una carne sola! Cristo
ha preso la mia condizione, ha preso la mia carne e vuole essere uno con me,
dando la sua vita per me, elevandomi alla sua dignità divina. Il matrimonio
diventa sacramento perché inserito nella Chiesa, nel mistero delle nozze del
Verbo con l’Umanità, diventa una via di santità privilegiata. L’uomo che ama la
moglie come Cristo ha amato la Chiesa salendo sulla croce per lei, serve Cristo
nella sua moglie. Così la moglie che serve il marito serve Cristo.
Veramente le nostre forze umane e le nostre capacità appaiono più piccole e deboli del granellino di senape, per ora vediamo tutto buio, ma unite a Cristo hanno la forza stessa della sua risurrezione. Riguardo alla difesa della famiglia vanno bene le prese di posizione – a volte richiedono coraggio – ma se non ci sono cristiani, perché difendere il modello cristiano della famiglia? La civiltà cristiana non è nata a colpi di leggi, ma per la testimonianza che dava voglia di diventare cristiani, che suscitava stima. In questi ultimi decenni abbiamo avuto troppi politici che difendevano i valori cristiani ma avevano come minimo una doppia famiglia e un comportamento molto lontano dal Vangelo. Il cristiano non vive nella ridotta, nell'ultima trincea, ma nella croce che salva il mondo. Il cristiano fa tesoro del passato ma soprattutto semina oggi per il futuro. Un cristiano che muore agli altri in Cristo, anche se non sposato, salva molti, salva molte famiglie. Non mancano i preti o i consacrati. Ci vogliono, certo. Ma da noi ci sono. Mancano i cristiani.
Prima
Lettura Ef 5, 21-33
Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla
Chiesa.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto.
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo.
Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.
Salmo
Responsoriale Dal Salmo 127
Beato chi teme il Signore.
Beato
chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua
sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco
com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Canto al Vangelo Mt 11,25
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.
Vangelo Lc 13,18-21
Il granello crebbe e divenne un albero.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa
lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e
gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo
vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al
lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu
tutta lievitata».
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