San Paolo completa il suo discorso per distogliere i
neo convertiti a Cristo dal cercare sicurezza nella precettistica. Non si può cercare sicurezza in Cristo e allo stesso tempo nei
precetti della Legge come se Cristo fosse insufficiente per la Salvezza, ma solo
in Cristo che assume in sé tutto il bene della Legge. Ma allora si pone un altro problema.
Ci sono tre realtà: la "carne", la Legge e lo Spirito.
La “carne” si riferisce all’uomo dopo il peccato originale, privato dell’amicizia
con Dio e quindi condannato a cercare se stesso, la propria soddisfazione in un
egoismo di fondo che va crescendo. Viene allora la Legge, frutto di un cammino
guidato dallo Spirito: l’uomo comincia a riflettere sulla giustizia. Se non sono
solo al mondo, se gli altri esistono, come vivere in armonia dando il giusto ad
ognuno? Ma, benché sia un dono di Dio preziosissimo, la Legge non dà la forza di
amare fino in fondo. Solo in Cristo crocifisso e risorto si apre questa via col
dono del suo Spirito.
Il grande problema è che, facilmente, compresi i
limiti della Legge e avendo ascoltato l’annuncio della libertà nella Spirito, crediamo
di avere questo Spirito mentre abbiamo solo la nostra propria soggettività e
sensibilità. Cosa succede allora? Tolta la Legge perché è superata, non avendo
lo Spirito Santo, rimane solo la “carne”. Considerandosi molto religiosi,
ispirati, più credenti degli altri, di
fatto torniamo solo indietro e viviamo secondo l’egoismo e il soggettivismo più
puri, magari mascherati da buoni sentimenti. San Paolo avverte: “siete chiamati a libertà, purché questa libertà
non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma
mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri”. (Galati 5,13). Come sapere se quello che penso
e faccio è secondo lo Spirito o secondo la “Carne”? Dal frutto dello spirito che
mi anima. E perché nessuno si illuda san Paolo da un ulteriore criterio: “Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue
passioni e i suoi desideri”. (Galati 5,25).
Questo
combattimento contro la carne e i suoi desideri è duro. Diventa
altamente drammatico quando chi lo deve intraprendere persone ha perso la forza dello spirito di conversione, quindi vive secondo la carne anche
se l’esteriorità sembra buona, ma ha acquistato potere nella Chiesa, nella comunità,
ha acquistato da una moralità o sapienza esteriore una ragione di vita e dei benefici materiali. È il caso dei farisei e dottori della Legge che Gesù
contrasta. Si sentono letteralmente
uccisi dalla chiamata alla conversione. La resistenza sarà
violentissima.
Prima
Lettura Gal 5, 18-25
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.
Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio.
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 1
Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita.
Beato
l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.
È come
albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.
Non
così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.
Canto al Vangelo Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
Vangelo Lc
11, 42-46
Guai a voi, farisei; guai a voi dottori della legge.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima
sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e
l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle.
Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle
piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la
gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo,
tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge,
che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate
nemmeno con un dito!».
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