Conflitto e paura
25. Guerre, attentati, persecuzioni per motivi razziali o religiosi, e tanti
soprusi contro la dignità umana vengono giudicati in modi diversi a seconda che
convengano o meno a determinati interessi, essenzialmente economici. Ciò che è
vero quando conviene a un potente, cessa di esserlo quando non è nel suo
interesse. Tali situazioni di violenza vanno «moltiplicandosi dolorosamente in
molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si
potrebbe chiamare una “terza guerra mondiale a pezzi”».[23]
26. Questo non stupisce se notiamo la mancanza di orizzonti in grado di farci
convergere in unità, perché in ogni guerra ciò che risulta distrutto è «lo
stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia
umana», per cui «ogni situazione di minaccia alimenta la sfiducia e il
ripiegamento».[24] Così,
il nostro mondo avanza in una dicotomia senza senso, con la pretesa di «garantire
la stabilità e la pace sulla base di una falsa sicurezza supportata da una
mentalità di paura e sfiducia».[25]
27. Paradossalmente, ci sono paure ancestrali che non sono state superate dal
progresso tecnologico; anzi, hanno saputo nascondersi e potenziarsi dietro
nuove tecnologie. Anche oggi, dietro le mura dell’antica città c’è l’abisso, il
territorio dell’ignoto, il deserto. Ciò che proviene di là non è affidabile,
perché non è conosciuto, non è familiare, non appartiene al villaggio. È il
territorio di ciò che è “barbaro”, da cui bisogna difendersi ad ogni costo. Di
conseguenza si creano nuove barriere di autodifesa, così che non esiste più il
mondo ed esiste unicamente il “mio” mondo, fino al punto che molti non vengono
più considerati esseri umani con una dignità inalienabile e diventano
semplicemente “quelli”. Riappare «la tentazione di fare una cultura dei muri,
di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro
con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro
finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti. Perché gli
manca questa alterità».[26]
[23] Messaggio per la 49ª
Giornata Mondiale della Pace 1° gennaio 2016 (8 dicembre
2015), 2: AAS 108 (2016), 49.
[24] Messaggio per la 53ª
Giornata Mondiale della Pace 1° gennaio 2020 (8 dicembre 2019),
1: L’Osservatore Romano, 13 dicembre 2019, p. 8.
[25] Discorso sulle armi
nucleari, Nagasaki – Giappone (24 novembre 2019): L’Osservatore Romano,
25-26 novembre 2019, p. 6.
[26] Discorso a professori e
studenti del Collegio “San Carlo” di Milano (6 aprile
2019): L’Osservatore Romano, 8-9 aprile 2019, p. 6.
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