35. Velocemente però dimentichiamo le lezioni della storia, «maestra di
vita».[34] Passata
la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di più
in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica. Voglia
il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”. Che non
sia stato l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di
imparare. Che non ci dimentichiamo degli anziani morti per mancanza di
respiratori, in parte come effetto di sistemi sanitari smantellati anno dopo
anno. Che un così grande dolore non sia inutile, che facciamo un salto verso un
nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e
siamo debitori gli uni degli altri, affinché l’umanità rinasca con tutti i
volti, tutte le mani e tutte le voci, al di là delle frontiere che abbiamo
creato.
36. Se non riusciamo a recuperare la passione condivisa per una comunità di
appartenenza e di solidarietà, alla quale destinare tempo, impegno e beni,
l’illusione globale che ci inganna crollerà rovinosamente e lascerà molti in
preda alla nausea e al vuoto. Inoltre, non si dovrebbe ingenuamente ignorare
che «l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo
pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione
reciproca».[35] Il
“si salvi chi può” si tradurrà rapidamente nel “tutti contro tutti”, e questo
sarà peggio di una pandemia.
[34] «Historia […] magistra
vitae» (M.T. Cicerone, De Oratore, II, 36).
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