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sabato 24 ottobre 2020

PAPA FRANCESCO SULLE UNIONI CIVILI

 


Molti mi hanno chiesto di chiarire riguardo alle frasi del papa nel Documentario “Francesco” del regista Evgeny Afineevsky. Sembra che le cose si siano già molto chiarite col passare dei giorni e i vari interventi di persone autorevoli.  Però voglio tentare anch’io di fare il punto.

Partiamo dal cuore del problema. Nel mondo ci sono persone omosessuali, ci sono figli di persone o di coppie omosessuali. Anche se “figlio di coppia omosessuale” potrebbe richiedere precisazioni perché due persone omosessuali non possono generare figli, tutti comprendiamo cosa s’intende per questa espressione. Senza entrare nel merito della natura della omosessualità, tutte queste persone esistono e sono figli di Dio, come lo siamo tutti. E la Buona Notizia di Gesù è per tutti e ha il potere di trasformare la vita di chiunque. Quindi siamo debitori di questa Buona Notizia verso ognuno. Papa Francesco è un pastore che segue il suo Maestro e si preoccupa che ognuno possa sperimentare l’Amore di Dio attraverso la Chiesa e nella Chiesa. In molti  interventi, anche con preti e religiosi, egli parla dell’accoglienza e dell’evangelizzazione, della possibilità di un cammino di fede per tutti, in particolare per queste persone. Entrare nella Chiesa è possibile a chiunque si converte a Gesù Signore e lo segue. Se pretendo imporre le mie idee anche quando sono contrarie al Vangelo forse non è il modo appropriato per essere membro della Chiesa. Il fatto che Dio mi ami così come sono non significa che non ho bisogno di convertirmi. Abbiamo tutti bisogno di convertirci. Ma anche chi è già cristiano deve preoccuparsi che i suoi atteggiamenti o regole non scoraggino senza motivo evangelico alcuni di entrare o di considerare l'annuncio della Chiesa.

Nella frase che ha fatto discutere, papa Francesco si preoccupa che ognuno possa avere una vera dignità nella società e un sostegno nella vita. Una madre non abbandona mai i suoi figli.

A. Si è molto discusso sul fatto che il Papa abbia detto o meno la frase che ha fatto scalpore. Infatti sarebbe (è) il risultato di un cucire insieme pezzi di frasi sue per costituirne una nuova che non avrebbe detto. Ma il Papa non ha smentito nulla mentre l’ha fatto per “interviste rielaborate" da Scalfari. Quindi egli pensa che la frase nel Documentario riflette abbastanza il suo pensiero.

B. Si discute ancora se la stampa, gli opinionisti vari, la gente, hanno capito bene il senso di quella frase. Infatti questo è il primo punto indispensabile da esaminare con cura.

In proposito, ci sono varie osservazioni da fare. 1. Quello che il Papa dice in questo documentario, non è assolutamente nuovo. Infatti si riferisce lui stesso a suoi interventi a Buenos Aires, quando nel 2010 di fronte alla proposta di legge di matrimonio gay portata avanti dal governo di allora, Bergoglio appoggiò la proposta alternativa di unione civile. Quindi viene fuori in tutta chiarezza: dire “unione civile” non significa dire “matrimonio”. Il matrimonio, che viene da “matrice”, è solo tra un uomo e una donna e aperto alla procreazione. E in quanto tale deve essere riconosciuto e sostenuto particolarmente dallo Stato perché fonte delle nuove generazioni e della loro educazione. Quindi il matrimonio e la sua stabilità rappresenta l’avvenire naturale di un popolo, di una nazione, quello che non può fare una unione tra persone dello stesso sesso. Ma ci sono altri interventi del Papa anche molto ufficiali, che dicono lo stesso. Leggiamo nell’Esortazione post Sinodale “Amoris Laetitiae” al n. 251:

“Unioni omosessuali: equiparazione al matrimonio.

251. Nel corso del dibattito sulla dignità e la missione della famiglia, i Padri sinodali hanno osservato che «circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»; ed è inaccettabile «che le Chiese locali subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso».[278]

2.Il problema che rimane, una volta eliminate le varie incomprensioni della frase del Papa, in buona o in mala fede (quando sono in mala fede si chiamano allora strumentalizzazioni, e sono continue, purtroppo, e a tutti i livelli, in tutti i campi) è che il tema della famiglia e della sessualità, sono molto importanti e particolarmente sensibili nelle nostre società. Da qui due conseguenze: a – reazioni emotive forti da parte di persone sincere che si sentono subito attaccate nel profondo, che siano a favore o meno del “marriage pour tous” (matrimonio per tutti, secondo lo slogan del governo francese), o dell’ “ogni amore vale”. A tutti, e anche a me, si può solo raccomandare di non lasciarsi guidare troppo dalle emozioni. Il Signore ci ha dato la capacità di ragionare ed agire ragionevolmente. Ed è necessario, specialmente in questi campi. Lasciarsi guidare dalle emozioni ha provocato i disastri delle dittature e delle masse di loro sostenitori nel secolo scorso. Oggi, la folla, molto spesso, si è spostata sul web, sui media, ma il risultato non è migliore se non si ha amore per la verità, se non si ci forma ad avere uno spirito capace di valutare il contenuto di un discorso e le fonti da cui proviene. Senza amore per la verità alla fine prevale lo scontro e la legge del più forte, e comunque la confusione dei valori. b – il papa propone una soluzione legislativa per proteggere la dignità di persone che davanti a Dio e alla ragione hanno proprio questa dignità costitutiva come ogni essere umano. Sarà la migliore soluzione? Su questo punto ognuno può avere una propria valutazione prudente, ed è buono che se ne discuta con onestà.

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