Senza un progetto per tutti
15. Il modo migliore per dominare e avanzare senza limiti è seminare la
mancanza di speranza e suscitare la sfiducia costante, benché mascherata con la
difesa di alcuni valori. Oggi in molti Paesi si utilizza il meccanismo politico
di esasperare, esacerbare e polarizzare. Con varie modalità si nega ad altri il
diritto di esistere e di pensare, e a tale scopo si ricorre alla strategia di
ridicolizzarli, di insinuare sospetti su di loro, di accerchiarli. Non si
accoglie la loro parte di verità, i loro valori, e in questo modo la società si
impoverisce e si riduce alla prepotenza del più forte. La politica così non è
più una sana discussione su progetti a lungo termine per lo sviluppo di tutti e
del bene comune, bensì solo ricette effimere di marketing che trovano nella
distruzione dell’altro la risorsa più efficace. In questo gioco meschino delle
squalificazioni, il dibattito viene manipolato per mantenerlo allo stato di
controversia e contrapposizione.
16. In questo scontro di interessi che ci pone tutti contro tutti, dove
vincere viene ad essere sinonimo di distruggere, com’è possibile alzare la
testa per riconoscere il vicino o mettersi accanto a chi è caduto lungo la
strada? Un progetto con grandi obiettivi per lo sviluppo di tutta l’umanità
oggi suona come un delirio. Aumentano le distanze tra noi, e il cammino duro e
lento verso un mondo unito e più giusto subisce un nuovo e drastico
arretramento.
17. Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa
prendersi cura di noi stessi. Ma abbiamo bisogno di costituirci in un “noi” che
abita la Casa comune. Tale cura non interessa ai poteri economici che hanno
bisogno di entrate veloci. Spesso le voci che si levano a difesa dell’ambiente
sono messe a tacere o ridicolizzate, ammantando di razionalità quelli che sono
solo interessi particolari. In questa cultura che stiamo producendo, vuota,
protesa all’immediato e priva di un progetto comune, «è prevedibile che, di
fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario
favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni».[12]
[12] Lett. enc. Laudato si’ (24 maggio 2015),
57: AAS 107 (2015), 869.
Nessun commento:
Posta un commento