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venerdì 30 ottobre 2020

TUTTI SANTI, CHIAMATI AD UNA FEDE ADULTA / venerdì XXX sett. T.O. pari

 



San Paolo apre la lettera ai Filippesi dicendo che Dio porterà a compimento l’opera buona che ha iniziato in loro. Da lì è stata tratta una formula usata nelle professioni religiose: “Dio porti a compimento l’opera che ha iniziato in te”. Nel caso dei Filippesi l’opera è quella dell’evangelizzazione, ma ogni cammino di conversione è assieme fine e strumento dell’evangelizzazione attraverso la testimonianza di una vita divina ricevuta gratuitamente, di un modo di vivere possibile, alternativo alla mentalità del mondo.

L’Apostolo ci ricorda ciò che il Concilio ha rimesso in luce: tutti sono chiamati alla santità! Se sono battezzato è perché Dio mi vuole santo. Fare i voti religiosi non è per tutti, ma il cammino di santità non è solo dei “consacrati”. Usiamo la parola “consacrati” e tutti capiscono, ma si dovrebbe dire “di speciale consacrazione”, perché ogni battezzato è un consacrato. È Dio che consacra a sé quelli che egli vuole.

E Paolo ci da indicazioni preziose pregando affinché l’amore dei cristiani cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento”. So che è difficile farlo comprendere, ma conoscenza di Dio in Gesù Cristo e discernimento sono il segno del cristiano maturo, anche se il cammino non ha termine. “Ma era comunque una preghiera”, “ma pensavo di far bene”, “mi son sentito di fare così”, … Certo, la buona fede è essenziale, e nessuno è perfetto per cui le nostre opere sono solo il meglio che abbiamo saputo fare, però chi non vuole crescere in conoscenza e discernimento non è guidato dallo Spirito di Cristo.

Il Vangelo sottolinea un problema molto diffuso allora e che sempre ha una radice nel nostro cuore: il legalismo, il filtrare il moscerino, l’appiglio per giudicare e condannare l’altro. Il Signore ci liberi da questa tendenza per una carità sempre più matura.

 

Prima Lettura   Fil 1, 1-11
Colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Paolo e Timòteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi. Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia. Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù.
E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.    

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 110 
Grandi sono le opere del Signore.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano.

Il suo agire è splendido e maestoso,
la sua giustizia rimane per sempre.
Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
misericordioso e pietoso è il Signore.

Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l’eredità delle genti.          

Canto al Vangelo   
Gv 10,27
Alleluia, alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.


Vangelo  
Lc 14, 1-6

Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?

Dal vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole. 

 

 

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