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martedì 11 giugno 2024

QUANDO UN BAMBINO INCONTRA GESÙ? / Una riflessione sulla Prima Comunione. 2024.


Qu
ando un bambino incontra Gesù? Sentivo spesso fino a qualche anno fa frasi del tipo: “Prima Comunione, mio primo incontro con Gesù!”. Certamente è il primo incontro con Gesù nel Sacramento dell’Eucaristia. Una tappa molto importante. 

Ma il primo incontro con Gesù avviene molto prima. È nel Battesimo, il quale genera la fede nel bambino. Viene portato dalla fede della famiglia, in particolare dei genitori e dei padrini che chiedono il battesimo per lui, e dalla fede della Chiesa tutta. 

Ma  poi il bambino incontra Gesù nella vita cristiana della famiglia. Un incontro fondamentale è la preghiera quotidiana di tutta la famiglia in casa. Il bambino incontra il Signore attraverso i suoi testimoni, cioè con l’esempio e la parola dei genitori, con l’iniziazione alla Parola di Dio, con la partecipazione all’Eucaristia con loro anche se non può ancora fare la Comunione. Il bambino impara ad incontrare Gesù pregando da solo. Se iniziato alla presenza eucaristica nel tabernacolo e alla preghiera silenziosa può già fare una vera esperienza eucaristica. Il bambino incontra Gesù negli atti di carità che compie per amore di Gesù: in qualche modo deve sapere che la preghiera è naturalmente associata al digiuno (la rinuncia) e all’elemosina (la misericordia). Il bambino incontra Gesù nella Comunità cristiana e tramite le sue catechiste e i ministri. Prima ancora di ricevere la Prima Comunione la sua coscienza verrà educata. Imparando a distinguere il peccato saprà che quella voce è quella del Signore. Si confesserà, speriamo più volte, in particolare l’ultimo anno di catechismo. Coscienza formata e sacramento della riconciliazione sono un incontro molto forte del Signore nella sua misericordia. Non dimentichiamo però altri incontri ai quali un bambino deve assolutamente essere iniziato: l’incontro con Gesù nei bisogni degli altri, nel bisognoso, nel più piccolo (Matteo 25, 40). Ogni elemento del Creato è segno della potenza, bellezza e sapienza di Dio. Il bambino sarà educato a incontrare il riflesso del suo Dio nel prossimo ma anche in ogni creatura di Dio.

C'è un altro aspetto, troppo trascurato: la cura che il Signore ha per ciascuno di noi. Imparare a incontrare Dio, il suo amore, la sua provvidenza e anche la sua guida nella propria vita, nella propria storia. Imparare ad affidare il proprio desiderio di felicità, i propri progetti di vita, le proprie inclinazioni (se il bambino è già sensibile, magari per il merito di una famiglia più salda nella fede, osare chiamare vocazione il discernimento su queste inclinazioni).

In pratica un bambino può incontrare il Signore in tantissimi modi e costantemente. 

Un’immagine di questi modi di incontro è il rapporto con i propri genitori. Un bambino incontra la mamma costantemente anche se spiccano momenti più importanti che saranno normalmente il dialogo con lei e le sue cure, in particolare il cibo. Tutto sarà avvolto dallo spirito della famiglia, dai suoi valori.

Infine, appena dopo la Prima Comunione il bambino si preparerà a ricevere il sacramento della Cresima affinché sia completa la sua Iniziazione cristiana. 

Occorre dire un’ultima cosa: il bambino non è chiamato a restare bambino ma a diventare adulto (1 Corinzi 13, 11). Tutto ciò che riceve è un tesoro per la vita, ma, anche se alcuni comprendono la loro vocazione da bambini, è diventando adulti che possono realizzarla e che, in genere, la scoprono. "Adulto" è già l’adolescente. Avendo ricevuto i tre sacramenti dell’Iniziazione cristiana, il fanciullo che diventa adolescente deve essere evangelizzato, deve ricevere il kerigma e accettarlo o meno. Santa Chiara seguiva volentieri e da sempre una madre saldamente radicata nella fede e attenta alla formazione cristiana della sua bambina. Eppure parla della sua conversione a diciassette anni, una domenica delle Palme.  


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