Visualizzazioni totali

mercoledì 5 giugno 2024

D.I. 14 LIBERARE L'UOMO DAI CONDIZIONAMENTI / Dignitas infinita 29-30.


Liberazione dell’essere umano da condizionamenti morali e sociali

29. Questi prerequisiti basilari, per quanto necessari, non bastano a garantire una crescita della persona coerente con la sua dignità. Anche se «Dio ha creato l’uomo ragionevole conferendogli la dignità di una persona dotata dell’iniziativa e della padronanza dei suoi atti»[46] in vista del bene, il libero arbitrio spesso preferisce il male al bene. Perciò la libertà umana ha bisogno di essere a sua volta liberata. Nella lettera ai Galati, affermando che «Cristo ci ha liberato affinché restassimo liberi» (Gal 5, 1), san Paolo richiama il compito proprio di ciascuno dei cristiani, sulle cui spalle incombe una responsabilità di liberazione che si estende al mondo intero (cf. Rm 8, 19ss). Si tratta di una liberazione che dal cuore delle singole persone è chiamata a diffondersi e a manifestare la sua forza umanizzante in tutte le relazioni.

30. La libertà è un dono meraviglioso di Dio. Anche quando ci attira con la sua grazia, Dio lo fa in modo tale che mai la nostra libertà sia violata. Sarebbe pertanto un grave errore pensare che, lontani da Dio e dal suo aiuto, possiamo essere più liberi e di conseguenza sentirci più degni. Sganciata dal suo Creatore, la nostra libertà non potrà che indebolirsi e oscurarsi. Lo stesso succede se la libertà si immagina come indipendente da ogni riferimento che non sia se stessa e avverte ogni rapporto con una verità precedente come una minaccia. Di conseguenza, anche il rispetto della libertà e della dignità degli altri verrà meno. Lo ha spiegato Papa Benedetto XVI: «Una volontà che si crede radicalmente incapace di ricercare la verità e il bene non ha ragioni oggettive né motivi per agire, se non quelli imposti dai suoi interessi momentanei e contingenti, non ha una “identità” da custodire e costruire attraverso scelte veramente libere e consapevoli. Non può dunque reclamare il rispetto da parte di altre “volontà”, anch’esse sganciate dal proprio essere più profondo, che quindi possono far valere altre “ragioni” o addirittura nessuna “ragione”. L’illusione di trovare nel relativismo morale la chiave per una pacifica convivenza, è in realtà l’origine della divisione e della negazione della dignità degli esseri umani».[47]


[46] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1730.

[47] Benedetto XVI, Messaggio per la celebrazione della 44a Giornata mondiale della pace (1° gennaio 2011), n. 3: Insegnamenti VI/2 (2011), 979.


Nessun commento:

Posta un commento