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venerdì 21 giugno 2024

NESSUN BENEFICIO VA MAI PERDUTO / S. Luigi Gonzaga, 21 giugno 2024.


Il Vangelo di domenica scorsa metteva l’accento sulla potenza del Regno di Dio che, pur apparendo debole e piccolo come un seme porta grandi frutti per la sua "ingegneria di vita interna”, come appunto il seme del contadino.

Commentando quel Vangelo non ho potuto non accennare che il contadino deve però curare il campo, affinché il seme si sviluppi e porti frutto. San Paolo riprende oggi quell’immagine ricordando un’evidenza: “chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà”. Ma, chi semina abbondantemente nel campo non sempre 

Cito a memoria il Cardinale Martini che diceva aggiungendo una sfumatura di realismo: “Chi semina non può raccogliere subito, né ha la certezza del raccolto, ma solo seminando ci potrà essere il raccolto”. 

La certezza del raccolto nella frase di san Paolo infatti si appoggia alla logica di Dio che promette di ricompensare anche solo un bicchiere d’acqua e non alla logica agricola che può conoscere anni disastrosi senza raccolto.

In questa logica spirituale c'è una tradizione ebraica meravigliosa: a Pentecoste gli ebrei leggono il libro di Rut perché, assieme alla suocera arriva a Betlemme al momento della mietitura dell’orzo (Rut 1,22), cioè al periodo in cui si festeggia la Pentecoste e si offrono le primizie. Gli ebrei commentano così: Abramo ha preso con sé Lot suo nipote per renderlo partecipe della promessa di una terra vasta e spaziosa. Abramo ha sempre beneficato e difeso Lot che fondamentalmente sembra aver visto solo i suoi interessi materiali ed egoistici. Come sappiamo Lot diventa capostipite di un popolo nuovo, i Moabiti, attraverso l’incesto con le sue figlie. Sembra veramente che tutta la carità di Abramo nei suoi confronti sia stata invano, anzi, peggio, abbia avuto esiti solo negativi. E invece, dopo secoli, ecco Rut la Moabita che sorge nella sua semplicità di donna piena di carità e annulla la maledizione che grava sul suo popolo e diventerà l’antenata di Davide e quindi del Messia. La carità è la vera natura dei figli di Dio. 

Nella sua breve vita, san Luigi Gonzaga è un esempio di chi ha seminato molto e ha raccolto di più, tanto da rimanere confuso per la generosità di Dio.


Prima Lettura   2 Cor 9, 6-11  Dio ama chi dona con gioia.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.

Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti:

«Ha largheggiato, ha dato ai poveri,

la sua giustizia dura in eterno».

Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale farà salire a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo nostro. 


Salmo Responsoriale   Dal Salmo 111  Beato l’uomo che teme il Signore.

Beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia. Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

Prosperità e ricchezza nella sua casa, la sua giustizia rimane per sempre. Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti: misericordioso, pietoso e giusto.

Egli dona largamente ai poveri, la sua giustizia rimane per sempre, la sua fronte s’innalza nella gloria.  


Canto al Vangelo   Gv 14,23 Alleluia, alleluia. Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. Alleluia.

Vangelo   Mt 6, 1-6. 16-18  Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.

Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».


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