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domenica 16 giugno 2019

TRINITA' UNA ROCCIA CHE DESTABILIZZA / domenica della SS. Trinità

Santissima Trinità di A. Rublev (particolare).


Siamo chiamati a vivere la Trinità più che a spiegarla. Quando san Benedetto Labre stava morendo, lui pellegrino e mendicante di Cristo in una Roma e una Chiesa piene del lusso e dei fasti mondani, un Cardinale venne a visitarlo nell’Ospizio dove era ricoverato e gli chiese di parlargli della Santissima Trinità. Benedetto sul suo povero giaciglio si mise in preghiera e disse: “è qualcosa di grande , di grande!” e si mise a piangere. Fu la più grande e convincente lezione di teologia che questo Cardinale avesse mai sentito!
San Paolo che era pieno di teologia e non tollerava che qualcuno uscisse dai suoi schemi si scagliava contro i cristiani finché fu atterrato sulla strada di Damasco. Tutto il suo sistema, centrato sulla propria perfezione, fu rovesciato, totalmente destabilizzato. Un giorno a Tunisi un musulmano per strada mi chiese: “Ma Dio è tre o uno?, perché se è tre non può essere uno, se è uno non può essere tre!” Il Signore mi ha aiutato a rispondergli in un modo profondamente vero che spegnava ogni polemica: “Tu credi che ‘Isa (Gesù) è morto sulla croce?” – “No!, il Santo Corano dice di no!” – “Guarda che la Santissima Trinità non si comprende se non si parte dalla Croce perché è un Mistero di Amore. Senza la Croce non si comprende il Mistero di Dio”. Ci siamo lasciati amici.
È chiaro che se la Chiesa ha definito il dogma della Trinità è perché era utile, anzi, necessario. Le religioni pagane sono piene di dèi. Prendiamo coscienza che il combattimento, tante volte eroico, del popolo d'Israele e in particolare dei profeti è di annunciare che esiste un Solo Dio, Unico, Creatore assoluto. Con l’Incarnazione e lo Svelamento della Natura profonda di Dio, Comunione di Amore in Tre Persone, non si rischiava forse di ritornare all’idolatria e a un Dio non più trascendente? Conveniva definire dei paletti. Ma questa definizione non deve diventare un alibi per pensare di conoscere Dio. Questo è il rischio più grande. Infatti, ognuno parte da quello che sa o crede di sapere. È inevitabile. Quando Gandi, induista colpito dal Vangelo e vero amico di Dio, cerca di presentare il Cristianesimo lo fa esaltandone gli aspetti positivi ma partendo dalle sue categorie induiste. In qualche modo riporta a se stesso il Cristianesimo! Questo meccanismo è buono quando è un punto di partenza per aprirci, per accogliere ciò che non conosciamo ancora, ciò che non abbiamo sperimentato. Diventa pericoloso quando pretendiamo, talvolta senza rendercene conto, di chiudere tutto in ciò che comprendiamo, ciò che accettiamo come buono.
Diceva padre Maurice Bellet: “alcuni sanno tutto ciò che si può sapere sulla teologia della Trinità, ma se Dio fosse 18 persone invece di 3, non cambierebbe nulla alla loro vita”. Lo svelamento del Mistero di Dio deve destabilizzarci. Cioè cadere nelle braccia di Dio. Se cado, se perdo l’equilibrio, istintivamente mi aggrapperò a un punto solido e sicuro. Per questo tutti abbiamo paura della conversione. Non si tratta di cadere in qualsiasi cosa, ma la conversione è sempre un cadere, un perdere le sicurezze precedenti. Dio destabilizza, mette in cammino.

Prima Lettura  Pro 8, 22-31
Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata.
 

Dal libro dei Proverbi
Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all'origine.
Dall'eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua;
pri­ma che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull'abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell'abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo».

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 8
O Signore nostro Dio, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo, perché te ne curi?

Davvero l'hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.

Seconda Lettura  
Rm 5, 1-5

Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito.
 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l'accesso a que­sta grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.  

Canto al Vangelo  
 Ap 1,8
Alleluia, alleluia.

Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo:
a Dio che è, che era e che viene.
Alleluia.

  
Vangelo  Gv 16, 12-15
Tutto quello che il Padre possiede è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve l'annunzierà.
 

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».


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