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venerdì 28 giugno 2019

DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESU' / venerdì 28 giugno 2019

Gesù appare a santa Margherita Maria.

Probabilmente conosciamo la devozione al Sacro Cuore di Gesù attraverso la pratica dei 9 primi venerdì del mese e santa Margherita Maria Alacoque che l’ha diffusa. Non mi ha sorpreso scoprire che, a parte le sue ovvie fondamenta bibliche, ci sono stati grandi apostoli di questa devozione prima di santa Margherita Maria. In particolare nel 1100-1200. Era un periodo di grande attenzione alla Umanità di Gesù. Un frutto di primo piano di questa sensibilità è san Francesco.
La devozione al Sacro Cuore ha due aspetti fondamentali: da una parte l’approfondimento della nostra conoscenza dell’amore di Dio e, dall’altra parte, come nel caso dei primi venerdì, un intervento diretto di Dio per correggere deviazioni pratiche della Chiesa.
Infatti al tempo di santa Margherita si rivestiva di idee di maestà umana la grandezza del Dio che ha detto “io sono mite e umile di cuore”. Troppi andavano verso di lui pieni di timore, quasi sicuri di essere alla fine condannati all’inferno. Bisognava avvicinarsi a lui solo dopo purificazioni estenuanti. In pratica bisognava salvarsi con lo sforzo e la penitenza prima di ricorrere al Redentore. Questo non impediva il peccato. Se devo salvarmi con le mie forze, ed è così difficile, finisco per disinteressarmi di questo Dio distante e adirato.
Non si vedeva che questo era uno schema pagano, anche perché la gente si teneva (era tenuta) lontana dalla Parola di Dio. Allora il Signore stesso è intervenuto promettendo le grazie necessarie alla conversione e alla salvezza attraverso una pratica sincera e semplice, con meravigliosi frutti spirituali. Purtroppo invece di entrare nell’abisso del cuore che ha tanto amato il mondo, molti hanno trasformato questo invito alla fiducia in una formula magica da seguire. Con varie conseguenze: il “minimo sindacale” senza nessuna apertura a Dio, oppure la nascita di nuovi scrupoli (ero malata l’ultimo primo venerdì, cosa devo fare adesso?). Infine la devozione al Sacro Cuore può sconfinare in un uso distorto di statue e immagini varie.
Sento ancora eresie tipo: “con le nostre preghiere obbligheremo Dio ad esaudirci”… A parte il fatto che Dio non si può obbligare in nessun modo, Egli stesso prende l’iniziativa ed effonde la sua grazia e le sue grazie gratuitamente, molto più grandi di quando oso pensare e domandare. Io devo lasciarmi guidare, amare e trasformare: “Ascolta Israele” e non “Signore, che sei un po’ sordo o avaro, ascoltaci”.
Molti fedeli recitano ogni giorno questa preghiera:  «Cuore Divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del Divin Padre. Amen».
Essa, oltre a stimolare lo zelo, aiuta ad accogliere ogni evento della vita in una prospettiva di fede. Ma devo comprendere che il Signore prende l'iniziativa, cammina davanti a me per guidarmi come buon Pastore verso pascoli erbosi, illuminando sentieri anche oscuri, rassicurandomi con il suo vincastro. Altrimenti questa preghiera - diffusa dalla Chiesa - può essere compresa in un senso statico e “riparatore” della Maestà divina offesa, mentre Gesù è il riparatore potente e misericordioso dell’umanità ferita, malata e smarrita.

Prima Lettura  Ez 34, 11-16
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare.
Dal libro del profeta Ezechièle
Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Le farò uscire dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele, nelle valli e in tutti i luoghi abitati della regione.
Le condurrò in ottime pasture e il loro pascolo sarà sui monti alti d’Israele; là si adageranno su fertili pascoli e pasceranno in abbondanza sui monti d’Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio.
Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia».

Salmo Responsoriale  
Salmo 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincàstro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
 
Seconda Lettura  Rm 5, 5-11

Dio dimostra il suo amore verso di noi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione

Canto al Vangelo 
  Gv 10,14
Alleluia, alleluia.

Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

Vangelo  Lc 15, 3-7
Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?
Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.
Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».


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