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Quattromila persone alla Messa di ringraziamento del Cardinale Schonborn sabato scorso 18 gennaio 2025. |
Riprendo da un articolo del sito UCCR le frasi di Papa Francesco sulla Messa in latino. Invito a leggere tutto l'articolo (Il Papa e la Messa in latino, cosa scrive davvero nel libro - UCCR ), e anch'io aggiungo un breve commento mio riferendomi alla posizione di Giovanni Paolo II.
da “Spera. L’autobiografia” (Mondadori 2025, pp. 263, 264)
E’ sociologicamente interessante il fenomeno del tradizionalismo, questo “indietrismo” che in ogni secolo regolarmente ritorna, questo riferimento a una presunta età perfetta che è però ogni volta un’altra. Per esempio con la liturgia.
Ora è stato sancito che la possibilità di celebrare secondo il messale preconciliare, in latino, debba essere espressamente autorizzato dal Dicastero per il culto, che la concederà solo in casi particolari. Perché non è sano che la liturgia si faccia ideologia.
E’ curioso questo fascino per ciò che non si comprende, che appare un po’ occulto, e che a volte sembra interessare anche le generazioni più giovani. Spesso questa rigidità si accompagna alle sartorie ricercate e costose, ai pizzi, ai merletti, ai rocchetti.
Non gusto della tradizione, ma ostentazione di clericalismo, che poi altro non è che la versione ecclesiale dell’individualismo. Non ritorno al sacro, tutt’altro, ma mondanità settaria. A volte questi travestimenti celano squilibri, deviazioni affettive, difficoltà comportamentali, un disagio personale che può venire strumentalizzato.
Un cardinale statunitense mi ha raccontato che un giorno si sono presentati da lui due sacerdoti appena ordinati, per chiedere l’autorizzazione a celebrare la Messa in latino.
“Voi conoscete il latino?”, ha chiesto quel cardinale.
“No, ma lo studieremo”, han risposto i due giovani preti.
“Allora fate così”, ha detto il cardinale.
“Prima di imparare il latino, osservate la vostra diocesi e guardate quanti migranti vietnamiti ci sono: studiate il vietnamita, allora, in primo luogo. Ma quando avrete imparato il vietnamita, considerate anche la moltitudine di parrocchiani di lingua ispanica e capirete che imparare lo spagnolo vi sarà molto utile per il vostro servizio. Dopo il vietnamita e lo spagnolo tornate pure da me, e parleremo del latino”.
La liturgia non può essere un rito fine a se stesso, avulso dalla pastorale. Né esercizio di uno spiritualismo astratto, avvolto in un fumoso senso del mistero.
La liturgia è incontro, ed è ripartenza verso gli altri.
Il Papa non prende di mira chi è amante della tradizione antica ma coloro che, invece di camminare con la Chiesa nelle acque sempre meno prevedibili del presente, si rifugiano nel passato che dà sicurezza, anche se, di fatto, è negazione del Cristianesimo stesso che si esprime nella Tradizione viva della Chiesa. Infatti in occasione dello scisma di Mons. Lefebvre Papa Giovanni Paolo II scriveva nel Motu Proprio Ecclesia Dei adflicata :
"4. La radice di questo atto scismatico è individuabile in una incompleta e contraddittoria nozione di Tradizione. Incompleta, perché non tiene sufficientemente conto del carattere vivo della Tradizione, «che - come ha insegnato chiaramente il Concilio Vaticano II - trae origine dagli Apostoli, progredisce nella Chiesa sotto l'assistenza dello Spirito Santo: infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, cresce sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro, sia con la profonda intelligenza che essi provano delle cose spirituali, sia con la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma certo di verità»(5)
Ma è soprattutto contraddittoria una nozione di Tradizione che si oppone al Magistero universale della Chiesa, di cui è detentore il Vescovo di Roma e il Corpo dei Vescovi. Non si può rimanere fedeli alla Tradizione rompendo il legame ecclesiale con colui al quale Cristo stesso, nella persona dell'apostolo Pietro, ha affidato il ministero dell'unità nella sua Chiesa(6) ...
b) Vorrei, inoltre, richiamare l'attenzione dei teologi e degli altri esperti nelle scienze ecclesiastiche, affinché anch'essi si sentano interpellati dalle presenti circostanze. Infatti, l'ampiezza e la profondità degli insegnamenti del Concilio Vaticano II richiedono un rinnovato impegno di approfondimento, nel quale si metta in luce la continuità del Concilio con la Tradizione, specialmente nei punti di dottrina che, forse per la loro novità, non sono stati ancora ben compresi da alcuni settori della Chiesa". (Ecclesia Dei (2 luglio 1988) | Giovanni Paolo II ).
Infatti oltre un evidente e generale analfabetismo religioso, ancora lamentato dal Cardinale Schönborn nella sua recentissima Messa di congedo dalla Diocesi di Vienna ( Il Nuovo Sismografo : Il cardinale Schönborn si congeda da Vienna: “Grato per questi trent'anni" ), c'è la poca attenzione del clero (e dei fedeli) a seguire e mettere in pratica le indicazioni della Riforma Liturgica e del Magistero. Da lì vengono molti abusi liturgici e la ricerca da parte di qualcuno di una liturgia degna che pensano di vedere solo in quella preconciliare.
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