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giovedì 31 luglio 2025

IL RAPPORTO TRA IL BATTESIMO E LA TRINITÀ / 28. NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 49-50



1. Battesimo e fede trinitaria 

49. Prima che la dottrina della Trinità si sviluppasse teologicamente, la fede nella Trinità era già al fondamento della vita cristiana celebrata nel battesimo. La professione di fede battesimale pronunciata nella formula sacramentale del battesimo non esprimeva solo un mistero teorico quanto piuttosto la fede vivente riferita alla realtà della salvezza donata da Dio e quindi a Dio stesso. La fede battesimale dona una “conoscenza” di Dio che è allo stesso tempo accesso al Dio vivente. In tal senso, l’apologista Atenagora assicura: «Noi […] uomini […] che siamo spinti dal solo (desiderio) di conoscere Dio e il Verbo che è presso di lui, qual è l’unione del Figlio con il Padre, qual è la comunione del Padre con il Figlio, che cosa è lo Spirito, quale l’unione di questi esseri così grandi e la distinzione di loro così uniti, dello Spirito, del Figlio, del Padre».[67] 

50. Per questo la formula battesimale, nella quale il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono posti su un gradino di eguaglianza, costituisce l’argomento centrale contro Ario e suoi discepoli, molto più che il ricorso a ragionamenti teologici. É ciò che si trova anche in Ambrogio[68] e Ilario,[69] come pure in Basilio di Cesarea, Gregorio di Nissa o Efrem il Siro.[70]Allo stesso modo, Atanasio insiste: il Figlio non è nominato nella formula battesimale perché il Padre non sia sufficiente, e neppure per caso, ma perché:

È il Logos di Dio e la sua propria Sapienza ed in quanto sua irradiazione (apaugasma) è sempre insieme al Padre; per questa ragione è impossibile che, pur essendo il Padre ad offrirla, la grazia non sia conferita nel Figlio: il Figlio è infatti nel Padre come lo splendore nella luce […]. Colui che il Padre battezza anche il Figlio lo battezza, e colui che il Figlio battezza viene iniziato nello Spirito Santo.[71]


[67] Atenagora, Legatio (Supplicatio) pro Christianis (176-180 d.C.) 12,3; cf. 24,2, trad. it. di C. Burini, Gli apologeti greci, Città Nuova, Roma 1986, pp. 264; 294-295.

[68] Ambrogio, De fide ad Gratianum I, 1,8, in Sant’Ambrogio, Opere dogmatiche I. La Fede, a cura di C. Moreschini, Opera Omnia di Sant’Ambrogio 15, Biblioteca Ambrosiana – Città Nuova Editrice, Milano-Roma 1984, pp. 58-59.

[69] Ilario di Poitiers, De Trinitate II, 1, trad. it. di A. Orazzo, vol. 1, Città Nuova, Roma 2011, pp. 147-148.

[70] Efrem, De fide (Against the Disputers) trad. J. B. Morris, Select Works of St. Ephrem the Syrian, 1847, rhythm 52, n. 1 (Morris, p. 273); 59, n. 2 (ibid., p. 300); 76, n. 1 (ibid., p. 347).

[71] Atanasio, Trattati contro gli ariani II, 41,4, e 41,5, trad. it. di P. Podolak, p. 188.


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