Mosè era un grande, un principe d’Egitto. Sapeva benissimo di essere ebreo perché era stato allattato dalla propria madre fino allo svezzamento, cioè verso i tre anni, come si faceva allora. Sapeva quindi già parlare e molte immagini della situazione del suo popolo si erano impresse in lui prima di essere consegnato alla figlia del Faraone. Ma ormai era un privilegiato con un bell’avvenire alla Corte d'Egitto. Purtroppo, per il suo sentimento di giustizia e il suo carattere impulsivo, aveva commesso un gravissimo errore che aveva condizionato tutta la sua vita: aveva ucciso un egiziano e aveva dovuto fuggire. Erano passati 40 anni da allora, e finiva la sua vita, ridotto ad essere un emigrato povero, genero di un sacerdote pagano e di mestiere pastore nel deserto. Quaranta lunghissimi anni necessari per diventare piccolo, cosciente dei suoi sbagli e della sua debolezza. Il potere era sempre in mano al faraone, e il popolo di Dio era sempre schiavo. Piccolo, Mosè però era diventato capace di ricevere la rivelazione di Dio, il Dio che ha nelle mani i potenti della terra.
Maria di Nazareth è sempre stata piccola. Celebriamo la sua esaltazione in cielo. Ma pochi cercano la sua umiltà. Eppure è quella che ha fatto chinare l'Onnipotente su di Lei, sulla sua bassezza (tapeinosis).
Dal libro dell’Èsodo Es 3,1-6.9-12
In quei giorni, mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb.
L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?».
Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.
Il Signore disse: «Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono.
Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!».
Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?». Rispose: «Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte».
Dal Salmo 102 (103) R. Misericordioso e pietoso è il Signore.
Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. R.
Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. R.
Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi. Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele. R.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 11,25-27
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
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