Mentre ci rallegriamo per il Giubileo dei giovani e in particolare per la Veglia e la Messa a Tor Vergata, abbiamo appreso della morte della ragazza egiziana. Subito il Papa ha voluto ricevere i pellegrini amici suoi e rivolgere loro parole di grande sensibilità (To the young Egyptian pilgrims, companions of the young Pascale Rafic (2 August 2025)). Non sappiamo perché è morta, ma ci chiediamo: perché sono ancora vivo io? La risposta è una sola: perché devi ancora servire il Regno di Dio su questa terra! Benché ci sia ancora in te “ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria”, sei già morto alla logica di questo mondo per il tuo battesimo, per la tua adesione a Cristo che è la Verità e ha manifestato l’amore di Dio sulla croce e nella risurrezione. Per cui, già, “la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!” e hai una missione che supera ogni altro bene della vita terrena. “La tua vita non è grande per le doti che hai, ma per le ragioni per le quali metti a disposizione queste doti”, dice Mons. Delpini, il vescovo di Milano.
La seconda Buona Notizia è difficile da accettare: “anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”. Siamo onesti: essere sempre nel bisogno, perdere i tuoi beni duramente acquistati, vedere un tuo figlio dilapidare ciò che hai costruito, o ancora renderti conto che un fratello, una sorella, magari tramite il cognato arrogante, ti frega la tua parte di eredità, tutto questo ferisce profondamente. Ma se ti appoggi a questa Parola e non al tuo senso umano di giustizia, ti rendi conto che la tua vita vale più del cibo, più del vestito, più delle ingiustizie subite, e che Dio è tuo Padre. Mentre provvede, fa crescere in te la vera Vita, quella che la morte non può toccare. Hai "rivestito il (l’uomo) nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato".
Dal libro del Qoèlet Qo 1,2; 2,21-23
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!
Dal Salmo 89 (90) R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere, quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo». Mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte. R.
Tu li sommergi: sono come un sogno al mattino, come l’erba che germoglia; al mattino fiorisce e germoglia, alla sera è falciata e secca. R.
Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi! R.
Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi salda. R.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési Col 3,1-5.9-11
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 12,13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
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