La Chiesa Cattolica ha dei dogmi, cioè alcuni punti, fissati in particolare nei primi secoli, che ogni cattolico deve credere. Non pretendono ingabbiare la realtà di Dio e del suo progetto di salvezza, ma definire limiti oltre i quali non si parla più del Dio rivelato in Gesù Cristo. I dogmi sono spesso contestati lungo i secoli, da singoli o da gruppi. Per questo, molto presto, la Chiesa ha sentito l’esigenza di far recitare Simboli della Fede nelle sue Assemblee Eucaristiche in modo che partecipassero solo dei “fedeli”. Ma ancora oggi qualcuno dice che i dogmi sono frutto di un’imposizione del potere ecclesiastico sull’esperienza di ognuno col divino, un impedimento a una vera crescita spirituale.
Qualcuno loda persino la bellezza e libertà del paganesimo in cui non esistono dogmi. Il paganesimo si caratterizza per una moltitudine di dèi, specifici di un popolo o condivisi tra più popoli, e svariate tradizioni che possono riguardare un singolo dio o le sue relazioni con gli altri dèi o gli uomini. In Grecia questi racconti includevano eroi antichi, uomini e donne divinizzati. A queste entità venivano offerti preghiere, sacrifici, riti, realizzate statue e templi, organizzate processioni…. Come era indefinito il numero degli dèi, così i racconti su di essi non erano veramente fissi, ma solo una tradizione, e ognuno poteva aggiungere o togliervi qualcosa.
Come mai questa differenza tra il Cristianesimo e le religioni pagane? Non viene dal fatto che i pagani credono i tanti dèi e i cristiani in un solo Dio.
I pagani contemporanei degli ebrei dell’Antico Testamento e dei primi cristiani erano molto religiosi, pregavano molto. Ma la loro religione era il frutto del desiderio di spiegare l’origine del mondo, della civiltà umana e della vita di ciascuno. Inoltre ognuno cercava di rendersi propizie le forze divine in balìa delle quali si sentiva. Gli dèi erano quindi riflesso delle forze che governavano il mondo e la vita, e la proiezione degli impulsi profondi dello spirito umano: amore, guerra, tecnica, gelosia, …. Erano un’invenzione dell’uomo.
Invece il Dio di Abramo prende l’iniziativa di rivelarsi ai patriarchi e conclude con loro un’Alleanza. Gesù porta l'Alleanza al pieno compimento e svela in pienezza la Natura di Dio, e l'essere immagine di Dio dell'uomo. Gesù è venuto ad instaurare il Culto in Spirito e Verità. Non più una tradizione frutto dell’esperienza di ciascuno, ma una luce dall’alto che illumina l’uomo nel profondo e gli rivela il senso della vita. L’uomo poteva inventare esseri superiori a lui per immortalità, sapienza e potenza con però le sue caratteristiche: guerra e sconfitta, innamoramento e gelosia, tradimento, menzogna, fedeltà e capriccio. L'uomo riusciva così a spiegarsi in qualche modo fortune buone o cattive della vita e ogni avvenimento incontrollabile. Un Dio onnipotente e fedele, incarnato, crocifisso e risorto, non poteva essere inventato dall’uomo.
Come i profeti dell’Antico Testamento, chi serve Cristo deve aiutare gli altri a rendere culto a Dio in Spirito e Verità, a ricordare che il Mistero nascosto da secoli è ormai rivelato e non può essere modellato secondo i gusti di ciascuno, ma accettato, vissuto e approfondito. Non basta che si preghi: tutti i seguaci di religione pregano, ma il contenuto e l’atteggiamento non è lo stesso. Non basta avere fede: per essere cristiano bisogna incontrare Cristo risorto e accettarlo come Signore. La Madonna e i santi non sono un'altra via. La “mediazione di Maria (è) tutta orientata verso il Cristo e protesa alla rivelazione della sua potenza salvifica” (R.M. 22 di Giovanni Paolo II). Nessuno può porre un altro fondamento (1 Corinzi 3, 11) e “ciascuno stia attento come costruisce” su di esso (1 Corinzi 3,10; vedi 2 Timòteo 2, 19). Benedetto XVI sintetizza così: “difendere la verità, proporla con convinzione e testimoniarla nella vita sono forme esigenti e insostituibili di carità”. Se uno ha fame, deve mangiare. Ma sarò attento a dargli cibo genuino e buono, non cibo che piace ma fa male alla salute.
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