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domenica 14 dicembre 2025

FUGGIRANNO TRISTEZZA E PIANTO / Domenica della gioia, 14 Dicembre 2025.



“Gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto”. Il Messia è venuto. Quanti non avrebbero bisogno di psicologi e psicofarmaci se ci fosse in loro una presenza forte del Signore. Non si esclude la missione dei psicologi, specie se chi dovrebbe accompagnare nella fede non sa molto ascoltare o ha un’impostazione miracolistica, e neppure è escluso l’aiuto che possono dare le medicine. Ma tutti quelli che hanno sperimentato la presenza reale del Signore nella loro vita e si sono aperti a lui sanno quanto sostegno e luce ha dato loro la fede in Cristo. 

Ma, noi che ci diciamo credenti, gioia e felicità ci seguono e sono fuggiti da noi tristezza e pianto? Ci dobbiamo interrogare su questo punto molto seriamente. Non in senso moralista: devo essere gioioso! ma aprirci comprendendo che la speranza cristiana è la cosa più seria e forte che ci sia dal punto di vista esistenziale e quindi anche dal punto di vista terapeutico perché non solo da una rassicurazione per l’esito - comunque sia - della nostra vita terrena nel dono gratuito del paradiso, ma fin da adesso abita e dinamizza la nostra vita, aiutandoci a non lasciarci inghiottire dai nostri drammi personali e a superarli ma anche a guardarli con meno paura e spingere lo sguardo più in profondità nel buio delle nostre ferite e della morte e delle “morti” che ci attagliano e minacciano. “Gioia è guardare al cielo, tristezza è guardare a noi stessi” diceva san Carlo Acutis. I risultati, così giovane, della sua crescita personale, della sua carità, della sua intensa attività apostolica e di riflessione sulla fede, della sua accettazione del dolore e della morte, sono la prova che la speranza non delude. Certo siamo solo all’inizio e dobbiamo camminare, aprendoci al “nuovo di Dio” come Giovanni Battista che non comprendeva perché Gesù si comportava in modi che non aspettava. Era molto ispirato ma non sapeva tutto. D’altronde anche Maria ha dovuto camminare e “si domandava che senso avesse un tale saluto” (Luca 1,29), “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Luca 2,19). Giuseppe e lei “si stupivano delle cose che si dicevano di lui” (Luca 2,33), e, più tardi “non compresero le sue parole” (Luca 2,50). Ma Maria “serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Luca 2,51). 

Non si tratta di negare le nostre ferite e difficoltà ma neppure è ripiegandoci su noi stessi, sulle nostre tristezze e dolori, che vivremo bene. Apriamoci al Signore che viene. Il Signore non ci abbandona e vede la buona volontà di noi che siamo deboli e ci renderà più grandi di Giovanni Battista, non per i nostri sforzi ma per la fede che ci infonde, essendone autore e perfezionatore. .


Dal libro del profeta Isaìa  Is 35,1-6a.8a.10 

Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa.

Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto. Parola di Dio.


Salmo R. Vieni, Signore, a salvarci.

Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. R.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,  il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. R.

Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.


Dalla lettera di san Giacomo apostolo  Gc 5,7-10

Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.

Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.  Parola di Dio.


Dal Vangelo secondo Matteo Mt 11,2-11

 In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: "Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via".

In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».  Parola del Signore

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