Parlando con Nicodemo, Gesù fa riferimento al serpente di bronzo nel deserto. Quindi questo episodio è molto importante. Anzi, ci porta al cuore del cristianesimo. Leggiamo con attenzione la prima lettura: il popolo ebraico ha visto la mano potente del Signore e i suoi prodigi che li hanno portati alla libertà. Ma questa libertà è deludente, sembra quasi un inganno perché non sono arrivati in un giardino fiorito, ma in un deserto. Dio li voleva portare subito nella Terra Promessa ma hanno avuto paura e hanno rifiutato per paura di affrontare i popoli che lì abitavano. Ma il popolo dimentica veloce e butta la colpa su Dio e su Mosè che hanno seguito, non fanno più fiducia, mormorano. Capiscono che i serpenti che li mordono sono il castigo del loro peccato di mormorazione (questo ci deve far capire come il peccato di mormorazione contro Dio - la bestemmia in particolare - e contro le guide della comunità, sono molto gravi. Eppure sono peccati che in genere consideriamo con leggerezza, superficialità. Invece il vero peccato è il non credere, cioè non appoggiarsi alla potenza di Dio quando non la capisco, quando non si manifesta come vorrei (Giovanni 16, 9). Noi vediamo il Ci vuole tempo per entrare nella mentalità di Dio, la mentalità della salvezza ed entrare nel Mistero della Chiesa. Sarà utile approfondire, anche perché la Chiesa non è una setta né in essa sono leciti gli abusi spirituali).
Gli ebrei chiedono quindi che Dio allontani quei serpenti. È naturale. E Mosè va da Dio e dice: Signore, sono peccatori, ma sono pentiti, nella tua misericordia allontana quei serpenti! Ma invece il Signore fa fare un serpente da mettere bene in vista, che non sia più a terra ma si stacchi sul cielo dove abita Dio, affinché gli ebrei vedano sempre il loro peccato e invece di fuggirlo (e dimenticarlo, o far finta di dimenticarlo) lo vedano attraverso la misericordia di Dio. Sappiano che solo Dio può cancellare il male e il peccato, trasformarlo in occasione di conversione e quindi in vita!
Nicodemo lo sa che solo Dio può perdonare il peccato. Ma non sa ancora che questo perdono si realizzerà in modo stabile, donato all’umanità attraverso la Chiesa, nell’atto di affidamento totale a Dio di un uomo, il più grande peccatore dell’umanità, o piuttosto di colui che si fa peccato per tutti noi e non ha nessun titolo per avvicinarsi al Santo se non la fede totale nella misericordia e fedeltà di colui che ha conosciuto come Padre (2 Corinzi 5, 21. “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio”). Per cui chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato (Gioele 3, 5: Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato,... Atti degli Apostoli 2, 21: E avverrà: chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Romani 10, 13: Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato).
Dal libro dei Numeri Nm 21,4b-9
In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì.
Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo.
Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita. Parola di Dio
Dal Sal 77 (78) R. Non dimenticate le opere del Signore!
Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. R.
Quando li uccideva, lo cercavano e tornavano a rivolgersi a lui, ricordavano che Dio è la loro roccia e Dio, l’Altissimo, il loro redentore. R.
Lo lusingavano con la loro bocca, ma gli mentivano con la lingua: il loro cuore non era costante verso di lui e non erano fedeli alla sua alleanza. R.
Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa, invece di distruggere. Molte volte trattenne la sua ira e non scatenò il suo furore. R.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési Fil 2,6-11
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre. Parola di Dio
Alleluia, alleluia. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua croce hai redento il mondo. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 3,13-17
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Parola del Signore

Nessun commento:
Posta un commento