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venerdì 24 ottobre 2025

VIVERE IL VANGELO FINO IN FONDO ("SINE GLOSSA"). È POSSIBILE?



“Nel nome del Signore incomincia la vita dei frati minori. La regola e la vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”. 

Continuiamo ad imparare ad essere cristiani da san Francesco, il nostro santo di riferimento per questo anno pastorale. 

Il Vangelo è la Regola dei frati minori. Ma un cristiano, una comunità cristiana, possono forse avere un'altra Regola, un altro programma? San Francesco spesso ha insistito sul fatto di viverlo “Sine glossa”. Cioè con semplicità e purezza senza distorsioni o riduzioni, come egli scrive nel suo Testamento. Ma si può fare? Chi vive il Vangelo fino in fondo? Qualcuno dice: nessuno. È vero se per noi il Vangelo è una legge da osservare, da un punto di vista giuridico o moralistico: opere da compiere per sentirsi a posto. Infatti il non mettere in pratica il Vangelo non è dovuto solo a cattiva volontà, pigrizia, rifiuto spirituale spesso radicato profondamente nel cuore, ma proprio perché nessuno con le sue sole forze può vivere come è vissuto Gesù. È proprio quello che san Paolo spiega in modo speciale nelle Lettere ai Romani e ai Galati. La salvezza non viene dalle opere ma dalla fede in Gesù. Tutto l’insegnamento di Paolo è sotteso da questa evidenza. Ma anche gli altri apostoli insegnano lo stesso perché è il cuore del Cristianesimo. Vedi in particolare il Concilio di Gerusalemme e l’intervento di Pietro… Purtroppo riduciamo spesso il Cristianesimo a moralismo o a tradizioni, pratiche religiose che “hanno perso la forza interiore della fede”. Ci sono state eresie e lacerazioni nella Chiesa fondate proprio sul desiderio di una Chiesa di puri, sull’impegno con le proprie forze. Questo approccio è estremamente pericoloso perché distoglie dall’essenza della fede. Si trova in comunità impegnate, per esempio comunità religiose, che al posto della Parola di Dio, del Vangelo come Buona Notizia, mettono al centro la Regola o le regole. Il più spesso però, il costume cristiano invece si abbassa, diventa sale senza sapore, senza profezia, senza dinamismo, riducendo sempre di più le esigenze della fede fino a una vaga appartenenza. San Francesco ha incontrato questo problema non solo fuori, ma anche dentro il suo Ordine. Lo ricorda nel suo Testamento. Scrive con immenso amore per tutti i suoi frati: 

"[127] E non dicano i frati: “Questa è un'altra Regola”, perché questa è un ricordo, un'ammonizione, un'esortazione e il mio testamento, che io, frate Francesco piccolino, faccio a voi, miei fratelli benedetti perché osserviamo più cattolicamente la Regola che abbiamo promesso al Signore.  ...

[130] E a tutti i miei frati, chierici e laici, comando fermamente, per obbedienza, che non inseriscano spiegazioni nella Regola e in queste parole dicendo: “Così si devono intendere”“ Così si devono intendere”; ma, come il Signore mi ha dato di dire e di scrivere con semplicità e purezza la Regola e queste parole, così cercate di comprenderle con semplicità e senza commento e di osservarle con sante opere sino alla fine.

[131] E chiunque osserverà queste cose, sia ricolmo in cielo della benedizione dell'altissimo Padre, e in terra sia ricolmo della benedizione del suo Figlio diletto col santissimo Spirito Paraclito e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi. 

Ed io frate Francesco piccolino, vostro servo, per quel poco che io posso, confermo a voi dentro e fuori questa santissima benedizione. [Amen]".

La Buona Notizia è l’intervento di Dio per salvarci, toglierci dalla nostra impotenza e morte,  portarci e custodirci nel suo Regno, permetterci di vivere nell’orizzonte della Speranza. Non chi fa opere "atletiche" osserva pienamente il Vangelo ma chi si abbandona totalmente all'azione dello Spirito. Accolta con fiducia, l'azione di Dio ci permette di vivere nella gioia e di sviluppare la nostra personalità e i nostri doni. Notiamo come si definisce san Francesco: "io fratello Francesco, piccolino"!. 


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