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giovedì 23 ottobre 2025

COSA FARE SE SONO VITTIMA DI UN'AZIONE STRAORDINARIA DEL DEMONIO 4/7. Lettera pastorale di Mons. Suetta. 23 ottobre 2025.



Cosa fare se mi trovo vittima di un’azione straordinaria del demonio

L’azione del demonio nella vita dell’uomo viene abitualmente catalogata come ordinaria o straordinaria.

L’azione “ordinaria” è quella alla quale siamo tutti soggetti per il semplice fatto che il diavolo esiste ed è presente in questo mondo. Si tratta del dover sopportare le sue tentazioni, analogamente a come dobbiamo sopportare lo scandalo e la tentazione delle persone che vediamo darsi al male intorno a noi, e che talvolta ci invitano ad unirci a loro.

L’azione “straordinaria” consiste invece in un particolare accanimento di questi spiriti malvagi contro di noi, o le cose che ci appartengono. È così che una persona può ritrovarsi colpita dal demonio nel fisico, nella mente, nella sua abitazione, nei suoi mezzi di trasporto, e in ogni area della sua vita. In questi casi è necessario ricorrere ad un intervento più specifico e diretto della Chiesa, affinché, con l’autorità conferitale da Cristo, ci liberi da questa presenza e da questa azione straordinaria dello spirito del male.

Vale la pena sottolinearlo: il ricorso a persone che non siano il Vescovo o i sacerdoti da lui autorizzati, può solo peggiorare la situazione. Mentre l’intervento dei fedeli a questo non autorizzati porta con sé un pericolo di farsi del male sia per il bisognoso che per gli improvvidi benefattori [6], il ricorso a pratiche non cristiane o magiche (e quindi il ricorso ai maghi, ai fattucchieri, a chi dice di togliere il malocchio, e così via) non può far altro che legare ancora di più il malcapitato alla presenza e all’azione dei demoni (cfr. Mt 12, 22-30).

Si tenga bene a mente quindi che, in caso di necessità, si dovrà ricorrere solo alla Chiesa di Gesù Cristo, contattando il Vescovo o il sacerdote da lui incaricato al ministero di esorcista.

Gli Angeli buoni e la Provvidenza amorevole di Dio  (Continua ...)


N.B.: A questo punto vale la pena aggiungere qualcosa. 

1.Sottolineo il pericolo di affidarsi a chi non ha un mandato speciale dal suo vescovo. Se un prete si presenta come esorcista, senza nomina ufficiale, oppure se, senza dirsi esorcista lascia che le persone lo credano e lo dicano in giro, se un prete non cammina in comunione con la Chiesa, col Papa o il suo vescovo, è una persona estremamente pericolosa da evitare ad ogni costo. Nella nostra diocesi ci sono attualmente 6 esorcisti nominati dal vescovo. Nessun laico ha il ministero di esorcista. Le persone “sensitive” sono da evitare per principio. Chi ha davvero doni da parte del Signore sa di non essere infallibile e non si presenta mai come “sensitivo”, riconduce sempre alla Chiesa, all'obbedienza al Papa, è umile e non cerca la ribalta, la pubblicità, non si mette al centro. 

2.È la fede in Cristo della persona attaccata dal maligno che la salva. "Va, la tua fede ti ha salvato", dice Gesù. La fede della Chiesa, cioè delle persone che aiutano con la preghiera e dell’esorcista con l’esorcismo (che è una preghiera autoritativa) invocano l'azione liberatrice del Signore, aiutano la fede ancora debole della persona colpita, la aiutano a crescere e rafforzarsi, ma non la sostituiscono. L’esorcista deve avere un grande rispetto per la persona e la libertà della persona sofferente e dargli fiducia nella sua capacità di rialzarsi e vincere il demonio nel nome di Gesù Cristo. L’esorcista autentico  non toccherà mai con la mano il corpo della persona colpita, specialmente le parti sessuali. È ovvio che l'esorcista può imporre le mani sul capo della persona come è previsto anche nel rito della confessione, ma nemmeno questo è necessario. Gesù ha guarito talvolta toccando la parte malata in gesto di solidarietà, ma il più delle volte lo ha fatto solo con la sua parola, e non ricordo nel Vangelo che abbia mai toccato un indemoniato. Ha solo comandato allo spirito impuro con la sua voce. Il demonio è uno spirito e non “abita” in una parte del corpo. Inoltre, le preghiere, anche solo di guarigione, non devono essere collettive, cioè con più persone ammalate insieme per evitare i fenomeni di isterismo, di suggestione collettiva, come ho visto alcune volte. 



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