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martedì 9 settembre 2025

CANTIAMO L'AMORE DI DIO E LA VITA CHE RISORGE IN LUI / 09 - 09 - 2025.

 





A una messa in occasione del compleanno, il figlio mi ha dato questa bella poesia della mamma che canta la speranza cristiana. E gli ho promesso di pubblicarla.

domenica 7 settembre 2025

DOPO I TRE GIORNI CON SAN CASTRESE IL SIGNORE DISSE .... / XXIII Dom. T.O., C, 2025



Nella prima lettura il Saggio constata che da solo l’uomo non riesce a comprendere il senso della vita perché non comprende il volere di Dio. Se non si lascia istruire da Dio tutto rimane incoerente per lui. Anche oggi molti battezzati manifestano questo senso di scoramento di fronte alla vita che appare loro illogica e ingiusta. L’uomo il più delle volte si accontenterebbe di una vita giusta ai suoi occhi o forse anche solo comoda. Ma questo non succede. Eppure Dio non lo ha abbandonato al non senso, lo vuole istruire, salvare, gli dona la sua Sapienza già nell’antico testamento! 

Ma molti battezzati di oggi sono come dice il libro della Sapienza: non comprendono il piano di Dio sulla loro vita. Eppure san Paolo ci dice che il Mistero nascosto da generazioni ormai è pienamente rivelato. Sta a noi a cercare di essere istruiti o accettare l’annuncio di salvezza della Chiesa. Come camminiamo con Gesù Cristo? Probabilmente siamo come quella “folla numerosa (che) andava con Gesù”, pieni di entusiasmo, contenti di conoscere l'uomo carismatico che parla come nessun altro (vedi Giovanni 7, 46). Oppure seguiamo Gesù per abitudine, per senso di tradizione, senza pensare troppo, magari senza approfondire i nostri dubbi o il senso del nostro essere cristiani. E Gesù risponde: non camminate più così, fermatevi, pensate. Dove volete essere, cosa volete fare? Se non decidete personalmente, come farete ad andare fino in fondo della vostra conversione? Ma come accettare di mettere in secondo piano tutti i legami familiari, i valori e i beni che finora hanno costituito la nostra vita e identità? Perfino odiare la propria vita? (non si può annullare la Parola di Dio anche se non la comprendiamo). Certamente solo Dio lo può fare in noi. Ma, ancora, perché il Signore ce lo chiede? Valori santi come la famiglia, le amicizie, i beni che servono al nostro sostentamento non sono forse legittimi, santi? Gesù lo chiede perché ci vuole dare molto di più. Questa è l’unica ragione ma è imperativa. Il dono di Dio deve trovare spazio in noi, tutto lo spazio. Allora tutto diventerà nuovo, diventerà dono e non temerai più di perdere nulla perché sarai entrato nella Vita. "Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" . (Matteo 6, 33).

Il Signore non caccia nessuno (altrimenti non sarei qui da molto tempo!) ma vuole il meglio per noi. Possa egli aprirci gli occhi affinché vediamo la sua gloria e tutti i legami che ci impediscono di essere disponibili alla sua volontà e ai suoi doni. 

sabato 6 settembre 2025

LA CURA DEL CREATO È LA VOCAZIONE DI OGNI ESSERE UMANO / Papa Leone nel benedire il Borgo Laudato si'. 05 09 2025.



Ieri, venerdì 5 settembre, Papa Leone ha inaugurato il “Borgo Laudato Si’” a Castel Gandolfo, un insieme di 55 ettari ripartito in giardini e terre agricole, dedicato alla sperimentazione, all’educazione e alla catechesi in vista della conversione ecologica. Il Papa ha preso spunto da Matteo 6,26 “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?” e 28 “Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano… ”. Gesù spesso fa riferimento alla natura nel suo insegnamento, in particolare nelle parabole. Tanto da farmi pensare spesso che fosse agricoltore e non falegname! In ogni caso Gesù evidenzia (come molti altri passi della Bibbia) che il Creato ci parla di Dio. Dio «Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda» (Enc. Laudato si’, 225).

Ecco di seguito alcune frasi del Papa nella sua omelia: 


Gesù sottolinea il posto speciale riservato, nell’atto creativo, all’essere umano: la creatura più bella, fatta a immagine e somiglianza di Dio. Ma a tale privilegio è associata una grande responsabilità: quella di custodire tutte le altre creature, nel rispetto del disegno del Creatore (cfr Gen 2,15).

venerdì 5 settembre 2025

SAN CASTRESE PATRONO DEL NOSTRO AMEN. Omelia del vescovo di Monreale / Meditiamo i doni ricevuti



Oltre la presenza delle reliquie di san Castrese abbiamo ricevuto in questi giorni molti e solidi insegnamenti spirituali. A cominciare dal vescovo di Monreale che ha strutturato la sua omelia sul nostro programma e con rigore biblico e, come promesso, ci ha mandato il testo. Lo ringraziamo di cuore anche per la sua testimonianza personale che ha colpito molti.

È da ieri la notizia dello scioglimento del Consiglio Comunale per "infiltrazioni camorristiche". Qualunque siano il ben-fondato delle accuse e le motivazioni di questa misura - la terza da quando sono a Marano! - non è una buona prospettiva per la nostra città. Qualcuno conclude come me che se non cambia in modo sostanziale la mentalità dei singoli maranesi non si uscirà mai da questa situazione che danneggia tutti. È quindi l'ora dei cittadini, in particolare  dei cristiani che, avendo "una piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio" (Colossesi 1,9-10), possono lievitare il loro ambiente con dolcezza e fermezza ad un tempo, uscendo dalla mentalità dei compromessi con l'illegalità e l'irresponsabilità verso il bene comune, facendo risplendere la buona vita di chi segue il Vangelo. 


San Castrese Patrono del nostro Amen

Omelia nella commemorazione dello sbarco di San Castrese • (Ez 34,11-16; Sal 22; Lc 8,22-25)


Carissimi fratelli e sorelle, cari sacerdoti, signor Sindaco, gentili autorità civili e militari, insieme a don Nicola e a don Antonio siamo venuti ad accompagnare le reliquie di San Castrese in questa terra, che lo accolse in vita come maestro di fede ed ora lo invoca come intercessore di grazie. Ringrazio in particolare il parroco, don Luigi Merluzzo, e i suoi collaboratori per il cortese invito che ci dà la possibilità di condividere la nostra comune fede e devozione.

1. Come ben sapete, quella del Vescovo Castrese è la storia di un uomo di Dio, di un perseguitato a causa della fede, di un esule, di un naufrago. Qui a Marano, come dicono alcune fonti fino alla prima metà dell’XI sec., venerate questa eminente figura come martire. A Monreale, rifacendoci alle fonti successive, lo veneriamo con i titoli di Vescovo e Confessore della fede.  

giovedì 4 settembre 2025

DOPO LA TRE GIORNI IN ONORE DI SAN CASTRESE, UN NUOVO CAMMINO! / 4 settembre 2025.

Mons. Isacchi presiede
la messa del 1 settembre.


Tre giorni eccezionali con la presenza del corpo di san Castrese in parrocchia. Oggi va a Sessa Aurunca che era la sua sede vescovile, poi Castel Volturno, luogo dello sbarco. Da lì tornerà a Monreale. Abbiamo avuto predicazioni forti e motivanti dal vescovo di Monreale, Mons. Gualtiero Isacchi, e da due vescovi ausiliari della nostra diocesi, Beneduce e Autuoro. La ricchezza delle loro riflessioni permette però di cogliere un filo conduttore comune: il vostro santo Patrono non è solo un santo protettore e intercessore ma ha testimoniato il Vangelo, oltre che nella fedeltà assoluta alla Chiesa, anche a rischio della propria vita. Solo una fede simile alla sua è degna di lui e adatta a questa terra e a questi tempi.

Cosa augurarci come frutti da questi tre giorni?: L'inizio di un nuovo cammino!

Cioè, come ci dicono le letture di oggi, il crescere “nella conoscenza di Dio”, e non rimanere più in quel misto spesso indefinibile che caratterizza il cristianesimo di molti, che non sanno dire le basi della loro fede, custodiscono valori ricevuti come qualcosa di prezioso ma che non hanno la forza di sostenere un cammino autentico di conversione. 

Nella consapevolezza personale di essere peccatori, accettare l’invito amorevole del Signore a lasciare tutto e seguirlo. 

mercoledì 3 settembre 2025

TANTO PIÙ FATTI UMILE! / Letture della XXII Dom del T.O., C. 2025.



"Tanto più fatti umile!" Le letture di questa domenica (XXII T.O. C.) sono di una chiarezza e di un’attualità impressionanti. Purtroppo "Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi", e per la loro "misera condizione" (!) "non c'è rimedio"! Sono corrotti. Non sono solo peccatori cioè fragili ma capaci di riconoscere il loro peccato nella verità. In loro "è radicata la pianta del male". Infatti lo vediamo tra persone che pur conoscendo la Parola di Dio continuano a cercare i primi posti, la visibilità anche quando non è necessario, a fare ovunque le Prime Donne. Lo vediamo quindi negli altri, è molto più difficile vederlo in noi stessi. Anche per questo motivo il Siracide ci invita a desiderare un "orecchio attento", aperto, un cuore sapiente che sa rientrare in sé, meditare le parabole. Chiediamolo ardentemente. 

E in particolare dobbiamo comprendere bene qual è l’umiltà di Dio e non scambiarla per insignificanza. Gesù è vero Dio e vero Uomo. È insieme Signore Onnipotente (Pantokrator) e fratello, compagno, amico, servo per amore, per un amore infinito che si abbassa, pazienta. Non possiamo separare la Divinità e l’Umanità di Gesù. Se lo facciamo la nostra fede non è più cristiana. Provoca distorsioni gravissime nel nostro rapporto con Dio. Si vede frequentemente nell’ambito della Liturgia e della preghiera. Molti vivono la Liturgia come qualcosa di solamente umano, dove spesso gli attori peccano di “creatività” che diventa protagonismo, politicizzazione (come purtroppo  in questi giorni riguardo ai gravissimi fatti di Gaza) e in tanti altri modi che snaturano la Liturgia. Ci sono quelli che invece riducono al minimo fino all’esclusione, la dimensione umana, di comunità che celebra, per concentrarsi sul cerimoniale, il rubricismo, la ricchezza degli addobbi, ecc. Alcuni gesti esclusi dalla Riforma Liturgica del Concilio che ha attinto allo spirito originario di "nobile semplicità" della Tradizione romana *, vengono riportati in auge sotto il pretesto di maggiore adorazione, maggiore umiltà. Oltre la non comprensione del senso della Liturgia, potrebbe esserci dietro un nascosto desiderio di protagonismo. Cosa è più umile: ricevere la comunione in ginocchio o accettare un rimprovero ingiusto?; comportarmi secondo la mia fantasia durante la messa con gesti o atteggiamenti che decido io e mi distinguono dagli altri o accettare di lasciarmi guidare da altri anche quando la mia sensibilità sarebbe diversa? Certamente è più umile e più conforme a Cristo accettare rimprovero e contraddizioni. 

*  "Semplicità e decoro dei riti

34. I riti splendano per nobile semplicità; siano trasparenti per il fatto della loro brevità e senza inutili ripetizioni; siano adattati alla capacità di comprensione dei fedeli né abbiano bisogno, generalmente, di molte spiegazioni". (Sacrosanctum Concilium n. 34.)

 Anche il Concilio di Trento aveva fatto un discernimento sulle tante aggiunte apparse qua e là, sopprimendole, sopprimendo addirittura interi riti recenti integrandone nel Canone Romano le particolarità più valide.

QUESTO CAMMINO RICHIEDE UNA PROFONDA TRASFORMAZIONE DELLA NOSTRA MENTALITÀ / 44 NICEA, Gesù Cristo, ... n. 77.



77. Ciò è possibile perché Cristo vede il Padre attraverso i suoi occhi umani e ci invita a entrare nel suo sguardo. D’altronde, questo cammino richiede una profonda trasformazione del nostro pensiero, della nostra mens, che deve passare attraverso una conversione e una sovra-elevazione: «Non uniformatevi al mondo presente, ma trasformatevi continuamente nel rinnovamento della vostra coscienza» (Rm 12,2). È proprio questo ciò che apporta l’evento Cristo: l’intelligenza, la volontà, le capacità d’amare sono letteralmente salvate dalla Rivelazione professata a Nicea. Esse sono purificate, orientate, trasfigurate. Esse rivestono una forza nuova, forme e contenuti inauditi. Le nostre facoltà non possono entrare in comunione col Cristo se non venendo conformate a Lui, in un processo che rende i credenti «conformati (symmorphizomenos)» (Fil 3,10) al Crocifisso Risorto fin nella loro mens. Questo pensiero nuovo si caratterizza per il fatto di essere inseparabilmente conoscenza e amore. Come sottolinea Papa Francesco: «San Gregorio Magno ha scritto che “amor ipse notitia estˮ, l’amore stesso è una conoscenza, che porta in sé una logica nuova».[121]È una conoscenza misericordiosa e piena di compassione, tanto la misericordia è la sostanza del Vangelo[122] e riflette il carattere stesso del Dio di Gesù Cristo, professato nel Simbolo di Nicea. La mens rinnovata implica una comprensione dell’analogia rivisitata alla luce del mistero di Cristo. Essa tiene insieme ciò che noi potremmo chiamare l’“analogia della creazione”, in virtù della quale si può percepire la presenza divina nella pace dell’ordine cosmico,[123]e ciò che potremmo chiamare “l’analogia della carità”.[124]Questa analogia, che potremmo definire capovolta, di fronte al mistero dell’iniquità e della distruzione ma alla luce del mistero più forte della passione e risurrezione di Cristo, riconosce la presenza del Dio d’amore al cuore della vulnerabilità e della sofferenza. Questa sapienza di Cristo è descritta nella Prima lettera ai Corinzi come quella che «ha reso follia la sapienza di questo mondo»: