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mercoledì 28 maggio 2025

SI PUÒ VIVERE ETERNAMENTE FELICI? / mercoledì VI sett. di Pasqua, 2025.

Nella sinagoga di Berea, gli abitanti
si confrontano con le Scritture.

Paolo e Sila nel loro viaggio missionario arrivano a Tessalonica. Nella Sinagoga Paolo parte dalle Scritture (l’Antico Testamento) e ne svela il senso profondo:  “il Cristo doveva morire e risuscitare dai morti; il Cristo, diceva, è quel Gesù che io vi annunzio”. Molti aderiscono alle sue parole ma in altri prevale il rifiuto profondo nel cuore di ogni novità diversa dalla loro tradizione, il rifiuto che Dio possa sorprendere l’uomo in modi che non poteva neppure immaginare, e della croce. Purtroppo vedremo ripetersi spesso questa tragedia nei tentativi di evangelizzare di Paolo e poi lungo i secoli, persino tra i membri della Chiesa: la chiusura del cuore. A Berèa le cose vanno meglio. La gente si confronta con le Scritture e con l’interpretazione nuova che ne dà Paolo. Ma se la predicazione convince alcuni, ogni volta però suscita anche la persecuzione. Paolo fugge allora ad Atene. In quella città notiamo cose molto interessanti: 

Paolo “fremeva nel suo spirito al vedere la città piena di idoli”, ma sa dominare il suo sdegno e la presenza in città di un altare al “dio ignoto” sarà il suo punto di partenza per trasformare il suo sdegno in complimento agli ateniesi per la loro profonda religiosità. 

Paolo discute con tutti: nella sinagoga, per strada, in piazza, con gente comune e con filosofi. I filosofi sono pronti al dibattito, convinti di essere superiori a questo “ciarlatano”. Non cercano veramente la verità, ma "parlare e sentir parlare" è il loro “passatempo più gradito”. Ma si ripete ad Atene in modo più radicale quello che succede altrove: “Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: "Ti sentiremo su questo un`altra volta"

Sapere che la morte è vinta e che c'è la possibilità di una vita piena e felice dopo questa vita terrena dovrebbe essere l’argomento più interessante per l’uomo di ogni tempo. Altrimenti rimani sotto la minaccia della spada di Damocle il cui filo si può rompere in ogni momento e ucciderti. E tutta la vita perde senso. Ma invece rifiutano di esaminare la proposta di Paolo! Eppure parlano ogni giorno di tante cose, diventano “esperti” in molti argomenti, appassionandosi pure per alcuni. 

Non è forse lo specchio di quello che succede anche oggi alla nostra generazione?  Una vita riempita di tante cose, anche di entusiasmi a buon mercato, di idoli dello spettacolo o dello sport, di influencer senza qualifica, ma una vita senza futuro, senza veri progetti, e soprattutto senza interesse per la sua dimensione eterna.  


Dagli Atti degli Apostoli  At 17,15.22-18,1 

In quei giorni, quelli che accompagnavano Paolo lo condussero fino ad Atene e ripartirono con l'ordine, per Sila e Timòteo, di raggiungerlo al più presto.

Paolo, in piedi in mezzo all'Areòpago, disse: «Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi. Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l'iscrizione: "A un dio ignoto".

Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: "Perché di lui anche noi siamo stirpe".

Poiché dunque siamo stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'ingegno umano. Ora Dio, passando sopra ai tempi dell'ignoranza, ordina agli uomini che tutti e dappertutto si convertano, perché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti».

Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: «Su questo ti sentiremo un'altra volta». Così Paolo si allontanò da loro. Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti: fra questi anche Dionigi, membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro.

Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto.


Dal Salmo 148  R. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.

Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell'alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere. R.

I re della terra e i popoli tutti, i governanti e i giudici della terra, i giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini lodino il nome del Signore. R.

Perché solo il suo nome è sublime: la sua maestà sovrasta la terra e i cieli. Ha accresciuto la potenza del suo popolo. Egli è la lode per tutti i suoi fedeli, per i figli d'Israele, popolo a lui vicino. R.


Acclamazione al Vangelo  Alleluia, alleluia. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. (Gv 14,16) Alleluia.

Dal Vangelo secondo Giovanni  Gv 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.

Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».


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