89. La dimensione interculturale di cui Nicea è l’espressione fondatrice può anche essere considerata come un modello per l’epoca contemporanea in cui la Chiesa è presente in una varietà di aree culturali: culture asiatiche, africane, latino-americane, oceaniche, nuove culture popolari europee, senza contare le nuove forme culturali portate dalla rivoluzione digitale e dalle tecnoscienze. Tutti questi universi culturali contemporanei sembrano lontani dalla cultura greca antica che ha accolto in maniera inaugurale la forma di inculturazione dogmatica realizzata nell’evento di Nicea.
Da un lato, si tratta in effetti di sottolineare che è proprio in queste categorie greche che si è espressa in modo normativo la Chiesa e che queste sono dunque solidali per sempre col deposito della fede.[150]D’altra parte, tuttavia, nella fedeltà ai termini sorti in quest’epoca e trovando in essi la sua radice viva, la Chiesa può inspirarsi ai Padri di Nicea per cercare oggi espressioni significative della fede nelle differenti lingue e nei vari contesti. Con la grazia dello Spirito Santo, le comunità cristiane, i loro teologi e pastori, in effettiva comunione col Magistero, sono chiamati a realizzare, nelle situazioni culturali e con gli idiomi loro propri, un lavoro analogo a quello di un tempo per affermare l’unità radicale del Figlio col Padre. Nicea resta un paradigma di ogni incontro interculturale e della possibilità di ricevere o di forgiare modi autenticamente nuovi di esprimere la fede apostolica.
[150] Cf. Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Fides et Ratio, 14 settembre 1998, 95-96.

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