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giovedì 8 luglio 2021

SERIETA' DEL PECCATO, IMMENSITA' DELLA MISERICORDIA DIVINA / giovedì XIV sett. T.O., dispari.

 


Abbiamo visto ieri come il senso di colpa ha tenuto incatenati i fratelli di Giuseppe per tutto questo tempo. Oggi Giuseppe rivela loro la prospettiva straordinaria di Dio: superare il nostro peccato e usarlo per un bene maggiore. Tutto il peccato del mondo è come “poche gocce d’acqua gettate in una fornace ardente” diceva santa Teresina. Ma intanto il peccato crea sofferenze e ferite profonde. Non prenderlo alla leggera. Infatti il timore continuerà ad abitare il cuore dei fratelli di Giuseppe. Quando morirà il loro padre, essi penseranno che, appena scomparso lui, Giuseppe si vendicherà. Infatti Davide morente inviterà suo figlio Salomone ad essere fedele al Signore, ma subito dopo gli consiglierà a di essere “saggio”, cioè, di eliminare al più presto i nemici che lui, Davide, si era impegnato a risparmiare. Il secondo capitolo del 1 libro dei Re è consacrato a questi regolamenti di conti e si conclude con una frase molto significativa:  Il regno si consolidò nelle mani di Salomone”.

Non si scherza con il peccato. Ma Dio ci invita a credere radicalmente alla sua misericordia anche quando non la sperimentiamo da parte degli uomini. Dio ci invita a rinascere in lui, a iniziare una vita veramente nuova, oggi! Oggi se ascolti la sua voce, convertiti. Non significa essere perfetti subito, significa avere lui come unico Signore e seguirlo come discepoli, accolti come figli, con tutto l’amore e i diritti dei figli.

Se il peccato è una roba seria che crea tanti strascichi, anche la misericordia di Dio è seria. Seria perché costa la morte di Gesù in croce, ma anche perché è un’opportunità che entra nella nostra storia, gratuitamente, generosamente, infinita nel senso dell’amore, ma limitata in quanto inserita nel nostro tempo sulla terra che è limitato. Se rimandi la tua conversione oggi, cosa sai di domani? Gesù, in questo vangelo, motiva fortemente gli evangelizzatori: credi che la tua missione è di importanza vitale.

Coraggio, gridiamo: “Signore, oggi, convertimi, togli questo mio cuore di pietra, donami un cuore obbediente, non abbandonarmi!”

 

Prima Lettura   Gn 44, 18-21. 23-29; 45, 1-5
Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita.

Dal libro della Gènesi
In quei giorni, Giuda si fece innanzi e disse a Giuseppe: «Perdona, mio signore, sia permesso al tuo servo di far sentire una parola agli orecchi del mio signore; non si accenda la tua ira contro il tuo servo, perché uno come te è pari al faraone!
Il mio signore aveva interrogato i suoi servi: “Avete ancora un padre o un fratello?”. E noi avevamo risposto al mio signore: “Abbiamo un padre vecchio e un figlio ancora giovane natogli in vecchiaia, il fratello che aveva è morto ed egli è rimasto l’unico figlio di quella madre e suo padre lo ama”. Tu avevi detto ai tuoi servi: “Conducetelo qui da me, perché possa vederlo con i miei occhi. Se il vostro fratello minore non verrà qui con voi, non potrete più venire alla mia presenza”.
Fatto ritorno dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole del mio signore. E nostro padre disse: “Tornate ad acquistare per noi un po’ di viveri”. E noi rispondemmo: “Non possiamo ritornare laggiù: solo se verrà con noi il nostro fratello minore, andremo; non saremmo ammessi alla presenza di quell’uomo senza avere con noi il nostro fratello minore”. Allora il tuo servo, mio padre, ci disse: “Voi sapete che due figli mi aveva procreato mia moglie. Uno partì da me e dissi: certo è stato sbranato! Da allora non l’ho più visto. Se ora mi porterete via anche questo e gli capitasse una disgrazia, voi fareste scendere con dolore la mia canizie negli inferi”».
Allora Giuseppe non poté più trattenersi dinanzi a tutti i circostanti e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!». Così non restò nessun altro presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere dai suoi fratelli. E proruppe in un grido di pianto. Gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone.
Giuseppe disse ai fratelli: «Io sono Giuseppe! È ancora vivo mio padre?». Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché sconvolti dalla sua presenza. Allora Giuseppe disse ai fratelli: «Avvicinatevi a me!». Si avvicinarono e disse loro: «Io sono Giuseppe, il vostro fratello, quello che voi avete venduto sulla via verso l’Egitto. Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 104
Ricordiamo, Signore, le tue meraviglie.

Chiamò la carestia su quella terra,
togliendo il sostegno del pane.
Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo.

Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
finché non si avverò la sua parola
e l’oracolo del Signore ne provò l’innocenza.

Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
lo costituì signore del suo palazzo,
capo di tutti i suoi averi.

Canto al Vangelo
    Mc 1,15
Alleluia, alleluia.

Il regno di Dio è vicino,
convertitevi e credete al vangelo.
Alleluia.


Vangelo   
Mt 10, 7-15
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». 

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