Arriva la nuvola portatrice di pioggia. |
Tutti ricordiamo la fede di Elia rimasto sul monte Carmelo, solo contro i
400 sacerdoti di Baal, foraggiati e appoggiati fortemente dalla regina Gezabele
che ha il sopravvento sul debole Re Acab. Acab non osa difendere la purezza
della fede di Israele contro la moglie pagana, anzi, chiama il profeta “rovina d'Israele”. Nel frattempo il popolo rimane
incerto, “zoppica con i due piedi”. Ricordiamo, dopo la manifestazione di Dio sul
suo sacrificio e l’eliminazione dei sacerdoti di Baal, la preghiera perseverante
di Elia mentre non viene subito la pioggia. Alla fine appare una piccola nuvola
che si espande in tutto il cielo e cade la pioggia salvatrice. Elia, eroe del giorno, rimane
rispettoso nei confronti del Re, corre davanti al suo carro come un servo. Ma Dio
lo “abbandona” un momento ed egli scopre la sua fragilità e fugge verso l’Oreb. Non ci può essere santità senza scoprire e accettare la propria fragilità!
I capitoli 17 a 19 del Primo libro dei Re che riportano la vicenda di Elia sono
di una ricchezza eccezionale e ispirò un gruppo di pellegrini nel secolo XII che
decise di fermarsi sul Monte Carmelo vivendo il suo combattimento spirituale,
prendendo come patrona la Vergine Maria che identificheranno anche nella piccola
nuvola di Elia, portatrice di grazia. La Tradizione carmelitana ha prodotto
frutti eccelsi di santità e di sapienza con anche vari Dottori della Chiesa tra
cui le due Teresa.
La prima lettura dell’Esodo ci ricorda come la nostra fede sia
sacramentale: Dio stesso chiede al popolo di celebrare un rito, la Pasqua, in forza
del quale agirà. Anche Gesù celebrerà un rito prima di compiere la nostra redenzione
sulla croce. Ebrei e cristiani, crediamo che la potenza di Dio opera oggi nella
celebrazione stessa del rito, della Pasqua, dell’Eucaristia.
Il rito – indispensabile: “chi non mangia il mio corpo non ha la vita” – non è fine a sé stesso ma produce libertà interiore che non è disordine. Ce lo sottolinea il Vangelo di oggi. Maria ci insegni ad essere come lei, sottomessi e audaci insieme, di fronte all’Umile Onnipotente che l’ha scelta tra tutte le donne.
Dal libro dell'Èsodo
Es 11,10-12,14
In quei giorni, Mosè e Aronne avevano fatto tutti quei prodigi davanti al faraone; ma il Signore aveva reso ostinato il cuore del faraone, il quale non lasciò partire gli Israeliti dalla sua terra.
Il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: «Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne.
Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno.
In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con àzzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco, con la testa, le zampe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!
In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto.
Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne"».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 115 (116)
R. Alzerò il calice della salvezza e
invocherò il nome del Signore.
Che cosa renderò al Signore
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore. R.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene. R.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono. (Gv 10,27)
Alleluia.
Vangelo
Il Figlio dell’uomo è signore del sabato.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 12,1-8
In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi
discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a
mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo
quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i
suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani
dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli
sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti
nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che
qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi:
"Misericordia io voglio e non sacrifici", non avreste condannato
persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Parola del Signore.
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