Appello
285. In quell’incontro fraterno, che ricordo
con gioia, con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, abbiamo fermamente dichiarato
che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di
odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di
sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti
religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di
gruppi di uomini di religione che hanno abusato – in alcune fasi della storia –
dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini […]. Infatti
Dio, l’Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che
il suo nome venga usato per terrorizzare la gente».[284] Perciò
desidero riprendere qui l’appello alla pace, alla giustizia e alla fraternità
che abbiamo fatto insieme:
«In nome di Dio che ha creato tutti gli
esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a
convivere come fratelli tra di loro, per popolare la terra e diffondere in essa
i valori del bene, della carità e della pace.
In nome dell’innocente anima umana che
Dio ha proibito di uccidere, affermando che chiunque uccide una persona è come
se avesse ucciso tutta l’umanità e chiunque ne salva una è come se avesse
salvato l’umanità intera.
In nome dei poveri, dei miseri, dei
bisognosi e degli emarginati che Dio ha comandato di soccorrere come un dovere
richiesto a tutti gli uomini e in particolar modo a ogni uomo facoltoso e
benestante.
In nome degli orfani, delle vedove, dei
rifugiati e degli esiliati dalle loro dimore e dai loro paesi; di tutte le
vittime delle guerre, delle persecuzioni e delle ingiustizie; dei deboli, di
quanti vivono nella paura, dei prigionieri di guerra e dei torturati in
qualsiasi parte del mondo, senza distinzione alcuna.
In nome dei popoli che hanno perso la sicurezza, la pace e la comune convivenza, divenendo vittime delle distruzioni, delle rovine e delle guerre.
In nome della fratellanza umana che abbraccia tutti gli uomini, li
unisce e li rende uguali.
In nome di questa fratellanza lacerata
dalle politiche di integralismo e divisione e dai sistemi di guadagno smodato e
dalle tendenze ideologiche odiose, che manipolano le azioni e i destini degli
uomini.
In nome della libertà, che Dio ha donato
a tutti gli esseri umani, creandoli liberi e distinguendoli con essa.
In nome della giustizia e della
misericordia, fondamenti della prosperità e cardini della fede.
In nome di tutte le persone di buona
volontà, presenti in ogni angolo della terra.
In nome di Dio e di tutto questo, […]
[dichiariamo] di adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione
comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio».[285]
[284] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza
comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): L’Osservatore
Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.
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