“Il Signore parlava con Mosè faccia a
faccia, come uno parla con il proprio amico”.
Mentre il popolo si alza in piedi, in parte ancora pieno
del terrore sacro dell’esperienza del Sinai, la presenza di Dio è quella di un amore
infinitamente intimo e tenero. Maestà e tenerezza vanno insieme in questo mistero
indicibile. Guai a chi calpesta la presenza di Dio, ma guai più grande a chi
dispera di fronte alla Maestà. Maestà sola e “amore che posso distorcere a mio
piacimento”, sono due dèi creati dall’uomo e che non salvano. Dio è insieme
Amore e Maestà. È colui che si chiama con questo nome così lungo ma in cui ogni
parola è preziosa: «Il
Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di
amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che
perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione,
che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza
e alla quarta generazione».
Anche se per noi è incomprensibile, avviciniamoci,
rispondiamo ai suoi inviti: “venite a me
voi tutti…”
Facciamoci l’esame di coscienza: se questa generazione
non riconosce più Dio, non lo riconosce nella Chiesa, rigetta le Dieci Parole di
Vita per cercare aiuto nello psicologo, in favole senza senso, se cerca di
esistere dandosi autodefinizioni di sé senza fondamento, invece di accogliere
il proprio mistero nella verità … è certamente opera del demonio che semina
continuamente zizzania, ma quanta colpa abbiamo noi che dovremmo essere testimoni
della risurrezione e dell’Amore misericordioso?
Prima
Lettura Es 33,7-11; 34,5-9.28
Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia.
Dal libro dell'Èsodo
In quei giorni, Mosè prendeva la tenda e la piantava fuori dell’accampamento, a una certa distanza dall’accampamento, e l’aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno, posta fuori dell’accampamento, si recava chiunque volesse consultare il Signore.
Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda, tutto il popolo si alzava in piedi, stando ciascuno all’ingresso della sua tenda: seguivano con lo sguardo Mosè, finché non fosse entrato nella tenda. Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava all’ingresso della tenda, e parlava con Mosè. Tutto il popolo vedeva la colonna di nube, che stava all’ingresso della tenda, e tutti si alzavano e si prostravano ciascuno all’ingresso della propria tenda.
Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico. Poi questi tornava nell’accampamento, mentre il suo inserviente, il giovane Giosuè figlio di Nun, non si allontanava dall’interno della tenda.
Il Signore scese nella nube [sul monte Sinai], si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione».
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità».
Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiar pane e senza bere acqua. Egli scrisse sulle tavole le parole dell’alleanza, le dieci parole.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 102
Misericordioso e pietoso è il Signore.
Il
Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.
Misericordioso
e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
Non ci
tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono.
Quanto
dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono.
Canto al Vangelo Mt 13,19.23
Alleluia, alleluia.
Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
Alleluia.
Vangelo Mt 13, 36-43
Come si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà
alla fine del mondo.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si
avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo
è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del
Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del
mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la
si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo
manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali
e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente,
dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole
nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti».
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