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domenica 13 giugno 2021

PIU' VANGELO, PIU' VANGELO PURO! / XI Domenica T.O.

 

Semi di Senape.

La Bibbia, e Gesù in particolare, usano spesso immagini della Natura, piante, uccelli, cielo, vento, per spiegarci chi è Dio e cosa è il suo Regno.

Questo ci spinge ad amare e a rispettare la Natura, a custodirla, ad entrare in comunione con essa che è il sostegno unico e indispensabile della nostra vita fisica, della nostra sopravvivenza come specie, ma anche di contemplarla come Rivelazione di Dio in modo simile, anche se di grado realmente inferiore, all’uomo. Anzi, a giusta ragione, papa Francesco ci invita a partire proprio dalla contemplazione. La Natura ha come fonte la stessa Sapienza che ha creato l’uomo. Siamo parte della Natura.

Nelle parabole di oggi, Gesù insiste sulla potenza intrinseca di Dio e della sua grazia. È vero che ci vuole la risposta e collaborazione dell’uomo, e altre parabole lo ricordano. Ma oggi fermiamoci sulla grazia, sulla potenza di Dio. Senza i semi, la terra è sterile. E non tutti i semi sono uguali. Quello di senape, così piccolo e che sembra così debole, cresce più di tutti gli altri. Dobbiamo avere discernimento riguardo a quello che seminiamo nel nostro cuore e nella nostra intelligenza, quello che seminiamo nel cuore e nell’intelligenza dei nostri figli: Vangelo puro, oppure Vangelo adulterato, poco Vangelo e molta mondanità? Lo sapevi che gli alberi sono fatti soprattutto di LUCE? Tra terra, acqua e luce, l’elemento più importante è la luce. In questi giorni ho sotto gli occhi un esempio che illustra l’effetto di un elemento vitale quando è presente o quando manca: una persona sbadata ha tagliato a zero due piccoli oleandri che avevo piantato. Stanno ripartendo: stessa terra, stessa acqua, ma quello che ha più luce si sviluppa 5 volte più veloce dell’altro.

Così, stessa buona volontà, stesso impegno, ma chi si nutre di più Vangelo, di Vangelo più puro, porterà più frutto.

 

Prima Lettura  Ez 17, 22-24

Io innalzo l'albero basso.

Dal libro del profeta Ezechiele

Così dice il Signore Dio: «Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami lo coglierò e lo pianterò sopra un monte alto, imponente; lo pianterò sul monte alto d’Israele.

Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico. Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno, ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso, faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco. Io, il Signore, ho parlato e lo farò». 

Salmo Responsoriale   
Dal Salmo 91/92
È bello rendere grazie al Signore.

È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,

annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte.

I1 giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità. 
 
Seconda Lettura
   2 Cor 5, 6-10
Sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere graditi al Signore.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo - camminiamo infatti nella fede e non nella visione - siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi. Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.


Canto al Vangelo 
  
Alleluia, alleluia.

Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna
Alleluia.

   

Vangelo  Mc 4, 26-34
È il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell'orto.

Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme ger­moglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene semi­nato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.  

 

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