Fiori in India che fioriscono solo ogni dodici anni! |
San Paolo completa il discorso sul vanto nella debolezza. Non l’ha accettata subito. Come si dice: “nessuno nasce santo”. Ha dovuto convertirsi in un dialogo che possiamo definire drammatico, con Cristo e con l’umiliazione della croce. L’Anticristo sarà un forte benefattore, un forte organizzatore di opere buone, mai uno con le mani e il costato trafitti per amore dei nemici, affermava il Venerabile Fulton Sheen. Secondo “Il Padrone del Mondo” (di Robert Hugh Benson; che papa Francesco consiglia di leggere per comprendere l’ideologia del “pensiero unico”; si trova in Pdf su internet), l’Anticristo aggiusta il tiro, ma non chiede mai perdono, e consiglia ai suoi seguaci di non chiedere mai perdono degli errori, perché sa che chiedere perdono è sempre, anche per un ateo, un rimettersi nelle mani di Dio.
Nel Vangelo di oggi, Gesù parla di un altro modo di
rimettersi nella mani di Dio: confidare nella Provvidenza. Ci dona uno spirito di
saggezza e non una legge, né una scusa per i pigri o i superficiali, per gli
irresponsabili. Infatti altrove Gesù dice pure che se uno vuole costruire una
torre, calcola prima se ha i mezzi per portare a termine l’impresa. Ma Gesù vuole
che abbiamo uno spirito filiale. E Dio si manifesta davvero a chi ha bisogno di
lui. Il risvolto delle parabole degli uccelli del cielo e dei fiori dei campi è
certamente un consiglio di sana igiene mentale: sovraccaricarsi di pensieri non
risolve i problemi e porta all’esaurimento. Ma è molto di più: tu sei prezioso agli
occhi e al cuore di Dio, e Dio è tuo Padre. Ha cura di te. Però lo saprai solo
se ti appoggi a Lui. E, il più del volte, cominci a farlo solo quando non hai
altre soluzioni. Dio non vuole umiliarti, ma che tu scopra di essere figlio, figlia.
Prima
Lettura 2 Cor 12, 1-10
Mi vanterò ben volentieri delle mie debolezze
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, se bisogna vantarsi – ma non conviene – verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore. So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. Di lui io mi vanterò!
Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni.
Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 33
Gustate e vedete com’è buono il Signore.
L’angelo
del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Temete
il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.
Venite,
figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore.
Chi è l’uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene?
Canto al Vangelo 2 Cor 8,9
Alleluia, alleluia.
Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia.
Vangelo Mt 6, 24-34
Non preoccupatevi del domani.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure
si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la
ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che
mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita
non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei
granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?
E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria
vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del
campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con
tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba
del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per
voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che
cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre
vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste
cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso.
A ciascun giorno basta la sua pena».
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