Nella prima lettura dal libro dell’Esodo, troviamo la parola di Dio viva, scritta poi in un libro, troviamo una preghiera: la risposta del popolo alla proposta di
Alleanza di Dio e anche il sangue. Fin da sempre ci sono elementi e
dinamiche dell’Eucaristia nella vita del popolo di Dio! Anche la Pasqua
esisteva prima di Gesù. Egli la porta solo a compimento. L'Eucaristia, anche dopo Gesù, conosce variazioni secondo i popoli e i tempi.
La Liturgia evolve sempre, pur rimanendo fedele alle sue radici, alla sua
logica.
La Solennità di oggi è nata come affermazione pubblica di fede nella
presenza di Cristo nelle specie eucaristiche fin quando esse rimangono
integre (fin quando il pane consacrato è pane e non briciole troppo fini, o
alterato da muffe, ecc., fin quando il vino consacrato è vino e non aceto…). Questa
affermazione era opportuna contro i protestanti che negavano in modi più o
meno radicali la permanenza di Cristo nel tabernacolo. Era bello
vedere interi villaggi in processione per le vie del paese. Oggi con le
macchine e la perdita generale di fede, forse le processioni sono meno opportune. Da due anni non c'è a causa del Covid. Non mi manca.
Ma qual è la profonda radice dell’Eucaristia cristiana? È la Risurrezione di Cristo. Senza di essa non ha
senso celebrare la messa e chiamarla Eucaristia. “Eucaristia” significa "ringraziamento" in greco. Il ringraziamento non è proprio dei cristiani. Anzi, ci viene dagli ebrei. Iniziano a pregare dicendo: “Baruch Attah
Adonai, Elohenu … Benedetto sei tu, Signore, Dio nostro … Fin da sempre per loro è fondamentale il ringraziamento perché Dio li ha scelti in mezzo agli altri
popoli e gratuitamente si è impegnato con loro. Questo li fa esclamare “Dayenu”:
già basta quello che Dio ci ha dato. “Il Signore ha dato, il Signore ha
tolto, benedetto sia il nome del Signore!” dice Giobbe. Se Gesù non è risorto, continuerò ad essere ebreo, aspettando il Messia, ringraziando per le
Alleanze, per la Legge e i Profeti. Infatti se la morte non è vinta, essere cristiano
significherebbe ringraziare per la morte di Gesù, mentre le forze delle tenebre
hanno vinto su di lui e i potenti hanno sempre in mano tutto. Che senso avrebbe?
“Se soltanto per ragioni
umane io avessi combattuto a Efeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i
morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo.” dice san
Paolo (1Cor 15:32; vedi anche 1 Cor 15,16-17). Ora, invece, Cristo è risorto, Dio ci ha dato tutto in Lui, l’amore, la guida saggia e la
potenza che vince la morte. Come non ringraziare? Cosa chiedere di più se egli è
il Signore e ha cura di me?
Prima
Lettura Es 24, 3-8
Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi.
Dal libro dell'Èsodo
In quei giorni, Mosè
andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto
il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore
ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le
parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del
monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani
tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come
sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del
sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare. Quindi
prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero:
«Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e
ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha
concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 115
Alzerò il calice della salvezza e
invocherò il nome del Signore.
Che cosa renderò al
Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Agli occhi del Signore
è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un
sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.
Seconda Lettura Eb 9, 11-15
Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza.
Dalla
lettera degli Ebrei
Fratelli, Cristo è
venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e
più perfetta, non costruita da mano d'uomo, cioè non appartenente a questa
creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il
sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così
una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue
dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono
contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di
Cristo - il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a
Dio - purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al
Dio vivente?
Per questo egli è
mediatore di un'alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in
riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono
stati chiamati ricevano l'eredità eterna che era stata promessa.
SEQUENZA
Ecco il pane degli
angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev'essere gettato.
Con i simboli è
annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e
puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Canto al Vangelo Gv
6,51
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
Vangelo Mc 14, 12-16. 22-26
Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
Dal
vangelo secondo Marco
Il primo giorno degli
Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi
che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei
suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con
una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa:
"Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua
con i miei discepoli?. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala
arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e,
entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede
loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese
grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue
dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai
più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di
Dio».
Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi
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