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lunedì 21 giugno 2021

NON GIUDICATE / S. Luigi Gonzaga.

 


“Abramo partì, come gli aveva ordinato il Signore.”
A modo suo la chiamata di Abramo è un’eccellente illustrazione del “non giudicate” del Vangelo. Il fallimento esistenziale, la tristezza di Abramo avevano un fondamento oggettivo – non avere figli ancora oggi è sempre un grande problema – ma dipendeva anche molto dal giudizio degli altri. Essere senza discendenza era socialmente stigmatizzato, a differenza di oggi. Chi avrebbe mai potuto immaginare il futuro di Abramo? Un giudizio umano non gli avrebbe dato alcun valore.

Questo esempio e tantissimi altri devono accompagnarci quando guardiamo le persone e le situazioni, e anche quando guardiamo noi stessi e siamo tentati dallo scoraggiamento per la fatica nel combattimento spirituale e i pochi risultati visibili.

Gesù ci invita ad essere generosamente positivi verso gli altri, ad avere speranza riguardo al futuro (longanimità), a non giudicare mai il foro interno di una persona (solo Dio conosce fino in fondo le profondità del cuore umano). Ma egli non vieta di valutare le situazioni. La verità oggettiva esiste, e la Chiesa, i genitori, gli educatori, devono aiutare le persone a comprendere ciò che va e ciò che non va, anche dentro di loro, a riconoscere o meno i segni dello Spirito nella loro vita. Si fa annunciando il Vangelo nella sua interezza, come Grazia innanzitutto e sempre, ma anche come comportamento morale oggettivo verso il quale dobbiamo tutti tendere. Si fa, poi, accompagnando il cammino di comunità e singoli, entrando così con prudenza e mitezza ma chiarezza nel vissuto intimo con Dio. San Luigi Gonzaga aveva come padre spirituale un altro santo, Roberto Bellarmino. E questo è stato un aiuto per lui, nella sua risposta alla Grazia. Non si è fatto santo da solo.

Oggi, “dato che nessuno mi può giudicare” molti negano l’ordine obiettivo delle cose per lasciare spazio solo al soggettivismo che diventa relativismo. Non di rado questo relativismo cerca di imporsi come verità assoluta, il che è una contraddizione nei termini. È quello che Papa Benedetto XVI denunciava come “Dittatura del Relativismo”.

E rimane sempre presente il pericolo che Gesù prende di mira : avvicinarmi all’altro dimenticando che sono un peccatore perdonato e che se persevero nel bene è possibile solo perché Dio continua a darmene la grazia. Nella mia prosperità ho detto: «Nulla mi farà vacillare!». Nella tua bontà, o Signore, mi hai posto su un monte sicuro; ma quando hai nascosto il tuo volto, io sono stato turbato. A te grido, Signore, chiedo aiuto al mio Dio." (Salmo 29,7-9). La prima volta che ho sentito papa Francesco dire "Quando ho parlato con un carcerato mi chiedo sempre dopo: perché lui sta in carcere e io no?" era ad un Convegno di Cappellani di Carcere. Ci ha colpito. Quello lo pensavamo e lo dicevamo noi, ma sentirlo dal Papa ci ha fatto grandissima impressione.

 

Prima Lettura   Gn 12, 1-9
Abramo partì, come gli aveva ordinato il Signore.

Dal libro della Gènesi
In quei giorni, il Signore disse ad Abram:
«Vattene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram prese la moglie Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan e Abram la attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè. Nella terra si trovavano allora i Cananei.
Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questa terra». Allora Abram costruì in quel luogo un altare al Signore che gli era apparso. Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore. Poi Abram levò la tenda per andare ad accamparsi nel Negheb.    

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 32
Beato il popolo che Dio ha scelto come sua eredità.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.     

Canto al Vangelo 
  Eb 4,12 
Alleluia, alleluia.

La parola di Dio è viva, efficace;
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.
 
  
Vangelo  
 Mt 7, 1-5
Togli prima la trave dal tuo occhio.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

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